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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2013 alle ore 18:24.

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NEW YORK - L'accordo è stato fatto, ma rimettere in moto la macchina della pubblica amministrazione americana non sarà cosa facile, né immediata. Gli 800.000 dipendenti pubblici sospesi con la shutdown sono stati richiamati la lavoro dall'Office of Management and Budget (OMB) e dall'Office of Personnel Management del governo, ma anche solo organizzare il loro rientro, contattare tutti i lavoratori, richiederà tempo. E costi, alle fine, dovrebbero facilmente raggiungere le decine di miliardi di dollari.

Una delle pagine più difficili da riaprire sarà proprio quella dei danni economici. Gli esperti prevedono che occorreranno settimene se non mesi prima che contratti e fornitori siano ripristinati a livelli di normalità. Prima che l'approvazione di prestiti e mutui torni a essere regolare, grazie alla documentazione pubblica spesso necesaria anche alle banche per emetterli. «E' stata una vicenda che ha creato molti problemi - ha ammesso Larry Allen, direttore generale della Federal Business Partners, società di consulenza ai fornitori federali - L'onda lunga dello shock durerà mesi».

Lo shutdown è durato meno dei precedenti, nel 1995 e 1996, 16 giorni contro 26. Ma l'impatto è sato superiore perche' il Congresso questa volta non aveva ancora approvato alcuna delle necessarie leggi specifiche di stanziamento di fondi del budget ai ministeri, mentre allora ne aveva gia' completate e avviate sette su tredici. Una realtà che oggi minaccia di accrescere i ritardi nel ripristino delle risorse ora sbloccate.

Incerto resta anche il danno economico vero e proprio causato dello shutdown: le stime variano da 0,3 punti percentuali a 0,8 punti percentuali del Pil. S&P ha stimato lo 0,6% per un totale di 24 miliardi di dollari sottratti alla crescita, già debole.

Enti e organismi quali il Fisco, il sistema sanitario per gli anziani Medicare, l'Agenzia per la protezione ambiantale Epa, hanno accumulato rinvii di pagamenti, indagini e documentazione irrisolta che si trasformra' in costi straordinari. Charles Tiefer, docente all'Università di Baltimore e specilizzato nell'analizzare gli shutdown, li ha stimati in addizionali miliardi di dollari. Nel 1996 uno studio governativo, a cura dell'OMB, calcolò un costo limitato a 1,4 miliardi, due miliardi ai valori odierni, per la paralisi federale, escludendo tuttavia i costi legati al complesso rientro dei levoratori negli uffici definiti semplicemente significativi.

Tra le sfide odirene più complesse ci sarà anche il ripristino della comunicazione di dati economici, necessario a calibrare la manivre della Federal Reserve a favore dell'economia: per oggi non è ancora previsto il rilascio di alcun dato significativo (sarebbero stati in programma nuove costruzioni e produzione industriale) e neppure il recupero di statistiche rinviate nei 16 giorni di chiusura della pubblica amministrazione.

Nei prossimi giorni potrebbero arrivare dati arretrati, quali l'occupazione di settembre, ma le scadenze non sono state chiarite, né è certo se sarà possibile mettere a punto tutte le statistiche mancanti per la scarsità di informazioni raccolte durante la crisi che potrebbe renderle inaffidabili.

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