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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2013 alle ore 06:49.

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MILANO
Una nuova inchiesta su Silvio Berlusconi scatterà a dicembre alla procura di Milano, dopo che saranno state depositate le motivazioni delle sentenze dei processi Ruby (il 22 novembre) e Ruby-bis (il 3 dicembre). Nel registro degli indagati saranno iscritti, oltre al leader del Pdl, anche i suoi avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, una trentina di testimoni, tra i quali numerose ragazze che partecipavano alle feste di Arcore, e la stessa Ruby-Karima El Marhoug. L'inchiesta è un atto dovuto, perché nelle sentenze che hanno condannato Berlusconi a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, Emilio Fede e Lele Mora a sette anni e Nicole Minetti a cinque, i giudici hanno ordinato l'invio di tutti gli atti alla procura di Milano per valutare le posizioni di Berlusconi, degli avvocati e degli altri testimoni.
La nuova indagine dovrebbe essere suddivisa in tre filoni: il primo riguarderebbe la falsa testimonianza da contestare ai testimoni che per l'accusa avrebbero mentito in aula, il secondo riguarderebbe direttamente Berlusconi, che rischia una contestazione tra corruzione in atti giudiziari, subornazione di testimoni oppure intralcio alla giustizia, mentre il terzo fascicolo potrebbe riguardare gli avvocati Ghedini e Longo.
Al centro dell'attenzione della procura ci sono gli stipendi da 2.500 euro al mese pagati da Berlusconi alle ragazze che partecipavano alle serate di Arcore e le indagini difensive compiute da Ghedini e Longo. Durante le perquisizioni del gennaio 2011 alcuni verbali furono trovati negli appartamenti di via Olgettina 65 a Milano dove vivevano, a spese di Berlusconi, alcune delle ragazze. Dalle intercettazioni, gli inquirenti hanno poi ricostruito cosa accadde il 15 gennaio 2011, a ventiquattr'ore dalla notifica all'ex premier dell'avviso di garanzia per concussione e prostituzione minorile. Quel giorno Berlusconi chiama le ragazze a Villa San Martino per mettere a punto una strategia difensiva e probabilmente concordare la versione ufficiale delle serate di Arcore da fornire agli inquirenti e alla stampa.
Al telefono la soubrette Barbara Faggioli descrive a Nicole Minetti cosa accade: «Mi ha chiamato la segreteria del presidente e mi hanno passato il presidente e mi ha detto di convocare tutte le ragazze per parlare con l'avvocato». Qualche mese dopo, il 26 ottobre, Ruby al telefono confessa all'amica Grazia: «Lui mi ha detto: "Cerca di passare per pazza. Salvami"». Questi elementi – e le versioni fornite in aula che non coincidono con le intercettazioni – hanno spinto l'accusa a chiedere la trasmissione degli atti alla procura. Richiesta poi accolta dai collegi giudicanti dei due processi.
La procura dovrà valutare l'ipotesi di falsa testimonianza, tra gli altri, per la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi, per l'europarlamentare Licia Ronzulli e suo marito Renato Cerioli, per il cantante Mariano Apicella, il pianista Danilo Mariani e sua moglie Simonetta Losi, per il commissario di polizia Giorgia Iafrate, per l'ex consigliere per le relazioni estere di Berlusconi, Valentino Valentini, per l'ex fisioterapista del Milan ed ex consigliere regionale del Pdl Giorgio Puricelli, e per l'attuale viceministro degli Esteri Bruno Archi. E poi per le "olgettine" Elisa Tosi, Francesca Cipriani, Elisa Barizonte, Miriam Loddo, Roberta Bonasia, Joana Visan, Barbara Faggioli, Cinzia Molena, Marianna e Manuela Ferrera, Raissa Skorkina, Joana Armin, Michelle Conceicao, le gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo, Antonio Passaro, avvocato con l'hobby dello spogliarello, Serena Facchineri ex fidanzata di Luca Risso, Giuseppe Estorelli, ex caposcorta di Berlusconi, Marystelle Polanco, Lorenzo Brunamonti, già assistente di Berlusconi, Giovanna Rigato, ex Gf diventata dipendente Mediaset.
Domani, intanto, i giudici della terza sezione della Corte d'Appello dovranno decidere la durata dell'interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale nel caso Mediaset. La seconda sezione di appello l'aveva fissata in 5 anni ma la Cassazione aveva deciso che doveva essere compresa tra 1 e 3 anni rinviando la quantificazione ai giudici di merito.
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