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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 08:22.

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NAPOLI
Delusi, ma in attesa di modifiche alla legge di stabilità varata dal Consiglio dei ministri: i giovani imprenditori di Confindustria, riuniti a Napoli, alla Stazione Marittima, per l'appuntamento annuale di Capri (quest'anno, alla XXVIII edizione, trasferito sulla terraferma in segno di vicinanza a Città della Scienza distrutta dall'incendio del 4 marzo scorso), mostrano ormai chiari segni di insofferenza per il contesto di crisi e "immobilismo" in cui versa l'Italia.
Sulla riduzione del cuneo fiscale, chiesta da tempo da Confindustria e sindacati, le attese erano molto alte, ma la scarsa dote rischia – dicono – di vanificare l'intervento.
«Una legge di stabilità poco coraggiosa – commenta Marco Gay, presidente dei Giovani industriali di Torino –. Dal Governo di larghe intese ci saremmo aspettati più coraggio. La realtà è che se non verrà ridotto il carico fiscale sul lavoro non riusciremo a ripartire. Per il Piemonte, sarebbe importante per incrementare le esportazioni. Come resistere se tra Italia e Germania esiste un differenziale di tassazione sulle imprese del 20%?».
Commenti netti, e un quadro critico anche quello proposto da Marco Oriolo, milanese, vice presidente nazionale dei Giovani: «Non si è fatto nulla, ci hanno preso in giro – dice –. Lo aveva detto il presidente Squinzi, servirebbero almeno 10 miliardi per produrre una scossa. La ripresa è lontana, solo le imprese presenti all'estero vanno meglio. Fisco e malaburocrazia sono i problemi più gravi». Sull'impatto negativo della burocrazia e della incertezza di regole, nella hall della Stazione Marittima di Napoli, spende una parola anche Mauro Maccauro, presidente degli industriali di Salerno: «Uno studio recente rivela che gli adempimenti burocratici pesano per il 7,5% sul fatturato delle Pmi e sono pari almeno a 37 giornate lavorative per uomo». Poi da ottimista e pragmatico aggiunge: «Possiamo aspettarci modifiche alla Finanziaria: tocca i capitoli giusti, ma va migliorata».
Intanto, sul palco della Stazione Marittima sale l'ingegnere Carlo De Benedetti che con la sua relazione intitolata «La rivoluzione che aspettiamo» chiama i Giovani a una reazione, per produrre un rinnovamento della classe dirigente del Paese e lascia per un attimo senza parole gli imprenditori in sala. Come Francesco Ferri, presiedente dei Giovani di Monza, che commenta con i colleghi: «Il Paese non riesce a invertire la rotta, dice bene De Benedetti , qui non cambia nulla. Chiediamo da anni riforme che non arrivano. Adesso bisogna trovare i soldi per giovani, innovazione, crescita». E aggiunge: «In Brianza la crisi è grave, tutti i settori tradizionali soffrono». «Sono molto preoccupato – rimpalla Gian Giacomo Gellini, presidente dei Giovani della Toscana – l'edilizia, il mio settore, è in ginocchio. Siamo andati a costruire in Ghana poiché pensavamo in questo modo di crescere, invece adesso questa operazione ci serve a rimanere in piedi».
Il quadro è negativo, ma poi si pensa al da farsi: nella platea dei Giovani industriali le proposte non mancano. Si parla di attuare il fondo di garanzia, di convertire i debiti della Pa in partecipazioni azionarie nelle multiutility (come sostiene Lorenzo Pagliuca, presidente dei Giovani della Basilicata). Intanto Ambrogio Prezioso, vice presidente dell'Ance fa notare che la legge di stabilità sblocca 50 miliardi per il territorio. «Occasione unica per la riqualificazione e rigenerazione urbana – indica Prezioso – i territori ora e subito devono predisporre progetti di qualità».
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LE REAZIONI
Gli aiuti al lavoro
Sulla riduzione del cuneo fiscale, chiesta da tempo da Confindustria e sindacati, le attese erano molto alte, ma la scarsa dote rischia di vanificare l'intervento.
Il peso della burocrazia
L'altra grande richiesta degli imprenditori riuniti ieri a Napoli è quella di una semplificazione burocratica; le procedure, secondo alcuni studi, pesano per il 7,5% del fatturato delle Pmi
Le priorità
Dalla platea arrivano anche le indicazioni sulle realtà in maggiore sofferenza, che quindi sono anche le priorità su cui intervenire. In primo luogo, si chiedono misure ad hoc per i giovani; ma anche risorse per l'innovazione e la crescita
Le ricette
Tra le proposte concrete emerse in sala si è parlato di attuare il fondo di garanzia, di convertire i debiti della Pa in partecipazioni azionarie nelle multiutility e sbloccare i fondi per il territorio

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