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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 14:06.

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Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)

Come sempre succede quando un tribunale si pronuncia su Silvio Berlusconi, il principale leader del centrodestra, la reazione della politica si divide tra chi sottolinea la correttezza della magistratura (il Pd, anche in questi mesi di difficile convivenza nelle "larghe intese"), e chi parla di persecuzione (Il Pdl, con sfumatura diverse). Il copione viene rispettato anche con la ridefinizione della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici (2 anni) appena inflitta al Cavaliere nel processo per i diritti Tv Mediaset.

Leva (Pd): rispettare la sentenza, decadenza e interdizione percorsi distinti
Al primo gruppo appartiene Danilo Leva, responsabile Giustizia Pd, che minimizza la pronuncia della Corte d'appello milanese («non fa altro che rimodulare la pena accessoria, secondo quanto indicato nel dispositivo della sentenza della Corte di Cassazione») e ripete il mantra della sinistra: «Bisogna rispettare questa pronuncia come qualsiasi altra sentenza». Ma Leva ci tiene anche a ribadire come «Il procedimento amministrativo, relativo alla decadenza di Berlusconi, é del tutto autonomo rispetto all'interdizione dei pubblici uffici, che é una sanzione penale a tutti gli effetti. Pertanto si tratta di fattispecie diverse che seguono percorsi distinti».

Bernini e Schifani: "solito copione" per estromettere il Cavaliere
A destra, abbiamo invece variazioni sul tema - costante - della persecuzioni giudiziaria ai danni di Berlusconi. Lo dice Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl (condanna «frutto della chiusura dei magistrati verso qualsiasi pur ragionevole richiesta della difesa, a dimostrazione di un perdurante atteggiamento persecutorio»), e lo ribadisce il presidente dei senatori Pdl, Renato Schifani: «Niente di nuovo sotto il sole. Quando si tratta di Berlusconi i giudici lavorano anche il sabato, le sentenze arrivano rapidamente, si accolgono in toto le richieste dell'accusa e non si tengono in alcun conto le giuste eccezioni di costituzionalità e la chiusura del contenzioso fiscale».

Ronzulli: riforma Giustizia sempre più urgente
Di «giustizia a due velocità» parla Licia Ronzulli, europarlamentare Pdl, ovvero «lentissima per tutti i cittadini e le imprese, mentre quando si tratta di condannare Berlusconi i giudici lavorano in pieno agosto, il sabato, sono velocissimi nel prendere le loro decisioni che, guarda caso, ricalcano le richieste degli inquirenti». E conclude: «Quella della giustizia è una delle riforme più necessarie e urgenti per il Paese».

Gasparri e Santanchè contro l'uso politico della giustizia
Sulla stessa linea il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, anche lui Pdl, che denuncia il «copione già scritto» seguito a Milano, dove « l'accusa chiede e i giudici danno». Ma, ricorda, «non sarà il tentativo di eliminare per via giudiziaria Berlusconi a fermare la nostra azione per ristabilire giustizia, democrazia e libertà. Berlusconi è il leader del centrodestra e di milioni di italiani. Il nostro sostegno è totale». Daniela Santanchè, leader dei "falchi" Pdl, scomoda Beccaria per rilevare il paradosso che nella patria del grande giurista «ancora non si sia raggiunta la democrazia piena e si debba assistere sgomenti all'uso politico e barbarico della giustizia che vorrebbe estromettere il leader del maggiore partito di centrodestra per via giudiziaria».

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