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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 08:29.

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ROMA
Il primo timore è la presenza di altri sovversivi stranieri oltre i cinque francesi arrestati ieri. Il secondo è il gesto violento improvviso e incontrollato dentro la manifestazione. Il terzo fattore di rischio riguarda attacchi imprevedibili, in luoghi non programmati o dove non sono previste forze dell'ordine.
La sfilata di oggi a Roma è dunque piena di incognite nonostante un lungo lavoro pianificato e dettagliato del Viminale. Dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al capo del Dipartimento Ps, Alessandro Pansa, sino ai responsabili sul territorio, il prefetto Giuseppe Pecoraro e il questore Fulvio Della Rocca. Ieri – ma sin dai giorni scorsi – è stato un continuo succedersi di incontri, confronti e interventi. Come quello che ha portato all'arresto di cinque francesi, tra i 21 ed i 40 anni, di cui due con precedenti per terrorismo nel loro Paese mentre altri due erano già stati coinvolti in scontri in Val di Susa. Saranno rimpatriati il prima possibile, probabilmente in queste ore.
Facile comunque immaginare che non siano gli unici «black bloc» – per usare un termine generico – in circolazione nella capitale. E se i numeri degli stranieri sovversivi diventassero decine, i rischi per l'ordine pubblico si impenneranno. Altrettanto immediato viene da pensare che il senso della sfida, da parte dei manifestanti più violenti, sia più elevato del previsto. I servizi di controllo ieri erano molteplici e nonostante questo i francesi sono stati fermati in pieno centro storico. Così come sono stati trovati biglie, manganelli ed estintori, sequestrati dalle forze dell'ordine in un furgone vicino all'università La Sapienza.
La conseguenza inquietante si sposta alla sfilata di oggi: perché potrebbe prevalere una spavalderia dettata dall'esigenza di finire al centro del palcoscenico anziché il senso della misura anche nell'incursione aggressiva ma temperata dalla possibilità di gestirla, come pure era emerso. Si mettono già in conto vetri rotti agli sportelli bancari o lanci di molotov; l'obiettivo vero dei responsabili dell'ordine pubblico è di scongiurare lo scatenarsi della violenza. E comunque la risposta di polizia e carabinieri sarà improntata alla fermezza. Ieri in una Roma blindata hanno sfilato i Cobas, circa 50mila persone, senza nessun problema particolare.
Oggi sono schierati circa 4.700 uomini delle forze dell'ordine. Camionette di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza già da mercoledì presidiano gli snodi importanti della città e i palazzi istituzionali, ministeri compresi. Particolarmente rafforzata la vigilanza alle vie d'acceso al Viminale, Palazzo Chigi, Senato e Quirinale. E pannelli di protezione sono stati installati davanti ai dicasteri dell'Economia e delle Infrastrutture mentre continue bonifiche vengono fatte lungo il percorso del corteo degli antagonisti da San Giovanni a Porta Pia. Stasera è prevista una «Notte bianca del dissenso» a Porta Pia con teatro di strada e non solo, vi parteciperanno realtà di centri sociali e occupazioni.
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