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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 11:56.
L'ultima modifica è del 19 ottobre 2013 alle ore 14:30.

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Il vicepresidente del Csm Michele Vietti (Ansa)Il vicepresidente del Csm Michele Vietti (Ansa)

STRESA - «Totale incoscienza dei problemi, inutilità del suo ruolo».Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi attende solo pochi minuti per replicare alle parole del vicepresidente del Csm Michele Vietti, pronunciate a Stresa per commentare la condanna all'interdizione dai pubblici uffici per due anni di Silvio Berlusconi. Per Vietti «le sentenze definitive vanno rispettate, in un paese democratico sulle responsabilità penali l'ultima parola spetta al giudice». «I giudici servono a questo - afferma Vietti - in un Paese normale tocca al potere giudiziario applicare le regole che il potere politico scrive. Come ci ha ricordato ad agosto il presidente Napolitano, le sentenze definitive vanno rispettate. Si possono naturalmente criticare, ma in un Paese democratico sulla responsabilità penale l'ultima parola spetta al giudice. Se così non fosse vivremmo nella giungla, dove vige la regola che vince il più forte».

Vietti prende atto che «ancora una volta la magistratura è arrivata prima della politica».
«In qualche modo - ha aggiunto - ancora una volta la politica ha finito per delegare alla magistratura la soluzione di un problema. Io che rappresento la magistratura non sono affatto contento perché penso che i problemi politici sia bene che li risolva la politica».
Valutazioni che hanno provocato la reazione del coordinatore del Pdl Sandro Bondi, secondo cui le dichiarazioni di Vietti «denotano la sua totale incoscienza dei problemi afferenti al rapporto fra l'ordine della magistratura e la democrazia. Questa incoscienza spiega anche l'inutilità del ruolo che ricopre a capo del Consiglio Superiore della Magistratura». Ciritiche anche dal deputato Pdl Raffaele Fitto che sottolinea «l'amara considerazione di una giustizia a due velocità: lentissima per tutti gli italiani, e invece improvvisamente velocissima solo contro Berlusconi e i «soggetti sgraditi». E il vicepresidente Vietti farebbe bene a chiedersi se ciò giovi o no alla credibilità del sistema giustizia agli occhi dei cittadini».

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