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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2013 alle ore 18:50.

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Per l'ultima volta le otto tenniste più forti del mondo si sfideranno sulle rive del Bosforo. Nella città della Moschea Blu, di Aya Sofia, la porta dell'Oriente, vegliata dai minareti che sorgono sui resti dell'antica Bisanzio e di Costantinopoli. Da qui il Sultano, ombra di Dio sulla terra, regnava sull'immenso impero Ottomano e muoveva le sue imponenti armate.

Qui, a partire da martedì, si daranno, più prosaicamente, battaglia le migliori giocatrici del circuito, armate di racchetta e pallina anziché di scimitarre, archi e scudi. Dall'anno prossimo, poi, varcata la porta dell'Asia, il torneo si sposterà decisamente più ad oriente, approdando a Singapore dove rimarrà fino al 2018.

E l'ultima edizione turca dei Wta Championships parte ancora una volta con un copione già scritto. La formula non dichiarata è sempre la stessa: tutte contro Serena Williams. Con 17 Slam all'attivo, il primo dei quali conquistato nel lontano ‘99 e l'ultimo poco più di un mese fa, l'americana continua ad essere la dominatrice pressoché assoluta del circuito. Non solo ma, incredibile a dirsi, a 32 anni compiuti la più giovane delle Sisters gioca probabilmente il miglior tennis di sempre. Tanto che negli ultimi due anni si è portata a casa un titolo di Wimbledon, due Us Open, un oro olimpico, un Masters e perfino un Roland Garros, tornando a vincere anche sulla terra rossa dopo un digiuno lungo 11 anni.
Se a tali premesse aggiungiamo che i veloci campi di Istanbul sembrano fatti apposta per il tennis esplosivo di Serena, ecco spiegato perché la numero uno del mondo è qualcosa di più che la semplice favorita per la vittoria finale.

In altre parole soltanto un suo improvviso calo di forma (come a Wimbledon, per esempio) potrebbe aprire la strada a una delle avversarie. Detto questo, la più accreditata rivale della Williams rimane Victoria Azarenka che in diverse occasioni è riuscita a metterla in difficoltà e per tre volte (due delle quali nel 2013) perfino a sconfiggerla. E vero che ha perso gli altri 13 incontri giocati ma, con Serena, riuscire a spuntarla anche solo ogni tanto è già un risultato da incorniciare. La bielorussa, d'altro canto , è apparsa decisamente sotto tono nell'ultimo mese e, dopo la finale a New York, ha rimediato due sconfitte consecutive al primo turno, sia a Tokyo che a Pechino. Ragione per cui, alla vigilia dei Wta Championships, le sue quotazioni sono piuttosto in ribasso…

Chi, invece, ha già vinto, prima ancora di scendere in campo, è la nostra Sara Errani. Di nuovo nel tabellone del torneo, è la prima italiana di sempre a qualificarsi per il secondo anno consecutivo tra le migliori otto giocatrici del mondo. Dodici mesi fa, Sarita arrivò a sfiorare una storica semifinale perdendo un match combattutissimo con Agnieszka Radwanska, dopo essere stata avanti per 7/6, 2/0. E quest'anno potrà ritentare l'impresa. Certo, la veloce superficie sintetica non potrà in alcun modo agevolarla e la competizione, in un appuntamento aperto soltanto alle migliori, sarà durissima. Tuttavia superare il round robin rimane un traguardo molto difficile ma non impossibile per l'azzurra. Intanto essere al Masters, sia in singolare che in doppio, per la seconda volta di fila è, di per sé, un risultato straordinario.

Per il resto,con Maria Sharapova costretta ad un altro forfait dopo quello degli Us Open, la rosa delle giocatrici che possono aspirare al titolo si restringe ulteriormente. Chi va alla ricerca di un riscatto dopo due stagioni deludenti è Petra Kvitova, che ha già vinto il torneo nel 2011 approfittando dell'assenza di Serena Williams e sconfiggendo in finale proprio la Azarenka. Da allora, però, la ceca ha raccolto ben poco, fallendo puntualmente in tutti gli appuntamenti importanti. E anche se nelle ultime settimane è apparsa piuttosto in forma, è difficile credere che possa bissare l'impresa di due anni fa. Chiudono il cerchio Li Na, ottima giocatrice che ha tutte le carte in regola per disputare un buon torneo, la polacca Radwanska che sul veloce può sempre dire la sua, una rinata Jelena Jankovic e la tedesca Angelique Kerber, in tabellone proprio grazie al forfait della Sharapova.

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