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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2013 alle ore 08:17.

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(Ap/LaPresse)(Ap/LaPresse)

Gli Stati Uniti hanno acquisito milioni di dati anche in Italia. È quanto sarebbe emerso dalle prime rilevazioni del Comitato di controllo sui servizi segreti relative al sistema di sorveglianza Prism e che più in generale si riferiscono a un vero e proprio monitoraggio iniziato da anni dall'intelligence Usa e tuttora attivo. Il Copasir su questa attività chiederà chiarimenti domani pomeriggio al Governo, quando a Palazzo San Macuto arriverà il sottosegretario Marco Minniti.

Al Copasir sarebbero giunte rassicurazioni sull'ambito delle intercettazioni che non avrebbero riguardato spionaggio politico o nei confronti di autorità o personalità italiane. Ciononostante i membri del comitato vogliono vederci chiaro su questa raccolta definita a «strascico» dei dati sul territorio italiano. «Il loro scrupolo - dice Claudio Fava di Sel - è di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese. Che tutto questo confligga con le leggi nazionali di Paesi alleati è un punto di vista che loro non hanno, ma che noi dovremmo avere».

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