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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 19:03.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2013 alle ore 19:08.

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Sono tutti indagati per peculato i nove capigruppo del consiglio regionale dell'Emilia Romagna. Nessuno escluso, dunque, nell'inchiesta della magistratura bolognese, coordinata dalle Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, che da un anno, ormai, sono impegnate a far luce sulle cosiddette 'spese pazze' dei gruppi consiliari.
L'indagine che si concentra sulla legislatura in corso e che oggi ha portato nuovamente in Regione i militari della Guardia di Finanza, è partita ad ottobre del 2012 e, fino ad ora, aveva registrato un solo indagato: l'ex capogruppo Idv Paolo Nanni a cui venivano contestati alcuni rimborsi spese per cene, apparizioni televisive a pagamento e convegni mai, di fatto, tenutisi.

Secondo le accuse dei magistrati il reato di peculato (che riguarderebbe i capigruppo di Pd, Pdl, Idv, Lega Nord, Fds, M5S, Sel, Udc e Gruppo misto) si ravviserebbe nell'appropriazione di denaro pubblico destinato ai singoli gruppi consiliari speso però non per il loro funzionamento.

I capigruppo risultano formalmente indagati perché a loro spetta la firma sulla rendicontazione delle spese dei rispettivi gruppi politici. Le posizioni dei nove, a quanto si intende, sono diversificate, ma per sapere in cosa si sostanzino le differenze si dovrà attendere la fine di quest'anno, periodo in cui la magistratura bolognese ritiene verosimile la conclusione delle indagini.

Perfettamente in linea con il nome che portano, oggi in Regione, hanno fatto la loro comparsa inviati e tecnici del programma Le Iene. Difficile, però, capire su quale 'carcassa' abbiano affondato i loro canini.

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