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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2013 alle ore 10:35.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2013 alle ore 11:08.

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LONDRA - Monta la polemica sulla "svendita" di Royal Mail. Il Governo britannico é sulla difensiva in seguito all'annuncio che un ‘activist hedge fund' noto per la sua aggressività é diventato il maggiore azionista dei servizi postali privatizzati. The Children's Investment Fund (Tci), gestito da Chris Hohn, ha accumulato una quota del 5,8% acquistando milioni di azioni da privati nei giorni successivi alla maggiore privatizzazione da quasi vent'anni in Gran Bretagna.

La quota, che vale circa 290 milioni di sterline, fa di Tci il maggiore azionista dopo il Governo che ha mantenuto il 37,8% e i dipendenti di Royal Mail, ai quali era stato riservato il 10% delle azioni. Hohn, che qualche anno fa era stato definito "la locusta" in Germania, é noto per il suo attivismo e non ha negato di volere anche in questo caso insistere per ottenere cambiamenti di gestione e di strategia a Royal Mail. Si prevede che Hohn spinga per vendere asset ritenuti non strategici e in particolare il patrimonio immobiliare del gruppo, sfruttando il mercato in rialzo.

Hohn ha acquistato oltre 58 milioni di azioni a un prezzo intorno alla valutazione attuale di 499p, un aumento del 50% dai 330p dell'Ipo. Segnale che é convinto che il prezzo salirá ancora, secondo l'opposizione laburista, e dimostrazione ulteriore che il Governo ha "svenduto" Royal Mail per ragioni politiche. Il Labour, e alcuni analisti della City, sono infatti convinti che i servizi postali valgano molto di piú dei 3,3 miliardi di sterline stabiliti da Londra per l'Ipo e che il Governo abbia tenuto basso il prezzo per ottenere consensi in vista delle elezioni del 2015, contando sul voto di piccoli azionisti soddisfatti dell'investimento fatto.L'entrata in scena di un azionista scomodo come Hohn é un colpo soprattutto per il ministro del Business, il liberaldemocratico Vince Cable, che aveva assicurato che Royal Mail, pur privatizzata, sarebbe stata stabile perché nelle mani di fondi pensione e investitori istituzionali di lungo termine senza intenti speculativi a breve. Per questo aveva fatto il possibile per escludere possibili "locuste" dall'Ipo, limitando ad esempio a 1 milione di sterline la quota che a Tci era permesso acquistare nella fase iniziale. La decisione si é rivelata un boomerang, perché molti investitori istituzionali hanno subito venduto la loro allocazione proprio a Tci. Intanto i sindacati, da sempre contrari alla privatizzazione di Royal Mail, hanno indetto uno sciopero per il 4 novembre.

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