L'economia spagnola torna a crescere. Ecco i 10 punti di forza che hanno favorito la ripresa
Dopo nove trimestri di contrazione il Pil spagnolo è tornato ad aumentare tra luglio e settembre. La Spagna assieme alla crisi finanziaria mondiale e alle difficoltà sul debito dell'Eurozona ha dovuto sopportare il crollo del settore immobiliare e il crack delle casse di risparmio. Ora prova a ripartire
di Luca Veronese
5. Dieci motivi per i quali la Spagna può ripartire / Il paradosso della disoccupazione
Fin qui, più della riforma del mercato del lavoro, è stato il tasso altissimo di disoccupazione a far scendere il costo del lavoro in Spagna. Il 26% (in diminuzione) che si registra nel paese iberico equivale a 5,9 milioni di spagnoli senza un posto: un dramma sociale. In Spagna secondo l'Ocse, dal 2009 al 2013, l'indice dei costi del lavoro per unità di prodotto è sceso di dieci punti: da 142 a 132 (la base è il 1999 pari a 100). C'è un rischio, ma oggi in pochi se ne curano: nei Paesi del Sud Europa e anche in Spagna - spiega Bert Colijn del Conference Board - «la drastica riduzione del costo del lavoro si è ottenuta attraverso la pesante perdita di forza lavoro e attraverso la riduzione dei salari. Per questo potrebbe risultare in definitiva insostenibile. Tanto che questi Paesi rischiano di entrare in una spirale negativa che peggiorerà il loro potenziale di crescita nel lungo periodo e farà aumentare le pressioni politiche e sociali». Sembra paradossale: nel lungo periodo si vedrà, ma ora il nemico di Mariano Rajoy, la disoccupazione, può aiutare la ripresa.
In Italia il tasso di disoccupazione è intorno al 12% e l'indice dei costi del lavoro per unità di prodotto è aumentato da 137 a 144 negli ultimi cinque anni. Scrive l'Ocse: «Il declino del Pil italiano pro capite registrato dal 1995 dipende in larga parte da una scarsa crescita della produttività. Mentre la produttività relativa del lavoro è migliorata in altri Paesi dell'Europa del Sud in seguito alla crisi, tale dato è praticamente rimasto invariato in Italia. Questa debole crescita della produttività è generalizzata e colpisce la maggior parte dei settori dell'economia. Tale situazione è il risultato di una performance negativa, che riguarda non solo il contributo del lavoro, ma anche lo stock di capitale, rispetto alla produttività globale dell'economia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA