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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 11:27.

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KATHMANDU – Quando i figli della nuova classe media nepalese, educati spesso nelle migliori università inglesi, pensano all'Italia è a lei che guardano con un certo rispetto: Annamaria Forgione, una napoletana cosmopolita sposata a un insegnante inglese che, vent'anni fa, decise di trasferirsi a Kathmandu, dove ha messo su casa. Ora la Forgione gestisce la pizzeria più "cool" della capitale "Fire and Ice", 100mila pizze sfornate ogni mese.

E' li che si ritrova spesso la piccola comunità italiana dove da qualche mese sono cominciati ad apparire anche alcuni rappresentanti di grandi imprese italiane: Salini, Maccaferri, Cmc. Interesse favorito dalle difficoltà di fare affari nella vicina India dopo la vicenda marò e la "italian connection" che Sonia Ghandi cerca di scrollarsi di dosso ma soprattutto dalla necessità del Nepal di ammodernare le proprie carenti strutture (la capitale Kathmandu è pressocché priva di rete fognaria e idrica nonostante le grandi risorse d'acqua), garantire un sistema efficiente di trasporti e telecomunciazioni in un'economia guidata ancora da agricoltura e turismo.

In altre parole si sta aprendo nel piccolo Paese ai piedi delle montagne più alte del mondo, una nuova stagione di collaborazione che l'ambasciatore d'Italia in Nepal (lo stesso accreditato New Delhi) Daniele Mancini ha cercato di incoraggiare creando, nelle settimane scorsem il primo Business Council Itali-Nepal con una trentina di imprese locali.

Occasione la cerimonia tenutasi a Kathmandu alla fine del mese scorso alla quale ha partecipato l'ambasciatore Mancini e il presidente del Comitato EvK2Cnr, Agostino Da Polenza, in partenza in quei giorni per l'Osservatorio Piramide dove si è proceduto alla sostituzione dei pannelli fotovoltaici che danno energia agli strumenti di raccolta dati sull'atmosfera (elaborati in tempo reale dai centri di ricerca italiani, europei e dalla stessa Nasa americana).

La presenza italiana ai piedi dell'Everest data ormai 40 anni, ossia da quando Guido Monzino (della famiglia già proprietaria della Standa) organizzò insieme allo Stato maggiore dell'Esercito la prima grande spedizione che portò gli alpinisti italiani sull'Everest con una serie di primati mai raggiunti prima tra cui l'atterraggio e decollo di elicotteri Lama da quota 6000 mt. Dal '90, con l'entrata in funzione del Laboratorio Piramide voluto da Ardito Desio, la collaborazione tra istituti di ricerca italiani e il Nasta (Cnr nepalese) si è fatta più intensa dando lavoro a molti giovani ricercatori nepalesi che per tutto l'anno garantiscono la raccolta dei dati su atmosfera e clima dall'Osservatorio italiano. Ora la cooperazione si sta spostando anche a valle, a Kathamdu, dove di recente ha aperto un ufficio la Maccaferri con unità produttiva a 164 km dalla capitale (35 persone impiegate). Inoltre nel luglio 2013 è stato formalizzato l'affidamento dell'appalto per la costruzione del tratto principale del nuovo acquedotto per l'area urbana di Kathmandu alla "Compagnia Muratori e Cementisti" di Ravenna.

La società italiana, che aveva partecipato al bando nel dicembre 2012, si è aggiudicata la costruzione del "Melamchi tunnel", una galleria per trasportare l'acqua dalle montagne a Nord di Kathmandu fino alla città, che costituirà l'infrastruttura principale del nuovo sistema di approvvigionamento idrico. Il progetto – del valore di circa 93 milioni di Euro - si giova di un finanziamento della Asian Develpment Bank. Il gruppo Salini-Impregilo si sta interessando alle opportunità nell'idroelettrico. Negli anni '90 Impregilo realizzò la costruzione di un impianto idroelettrico a seguito di un credito d'aiuto concesso al Nepal. In prospettiva grandi potenzialità sono legate allo sfruttamento delle risorse idroelettriche. Secondo la Banca Mondiale il Nepal, grazie alla sua particolare conformazione orografica, ha un potenziale idro-elettrico di 83.000 MW (basti pensare che il vicino Bhutan, dalle caratteristiche simili, ne ha fatto l'asse portante della propria economia). Alla fine del 2011, tuttavia, solo 700 MW sono stati generati da fonte idroelettrica, di cui il 25% tramite investimenti privati.

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