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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 11:23.

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foto Namche Bazar e Lukla Il presidente del comitato Evk2Cnr Agostino Da Polenzafoto Namche Bazar e Lukla Il presidente del comitato Evk2Cnr Agostino Da Polenza

ROMA - Sono quattro i progetti realizzati dal comitato Evk2Cnr di Bergamo presieduto da Agostino Da Polenza che hanno ottenuto l'apprezzamento del Segretariato Generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile delle montagne. Si tratta dei progetti Seed, Karakorum Trust, Share e Nextdata.

Nel Report dell'Onu sullo "sviluppo sostenibile dei territori montani" del Segretariato Generale approvato dall'Assemblea il 5 agosto e pubblicato pochi giorni fa è stata messa in evidenza l'attività dell'organizzazione italiana nel campo della ricerca scientifica d'alta quota e della cooperazione allo sviluppo nelle aree remote. L'annuncio è stato dato da Surendra Shrestha, direttore dell'International Environment Technology Centre dell'Unep in Giappone, in apertura della conferenza internazionale "High Summit 2013 – Mountains and Climate Change", che negli ultimi tre giorni ha radunato a Lecco le voci più autorevoli della ricerca scientifica e delle istituzioni che si occupano di clima e montagna a livello mondiale.

Il Report "Sustainable Mountain Development" è stato elaborato in risposta alla risoluzione dell'Assemblea Generale n. 66/205, in cui l'Assemblea ha chiesto al Segretario generale di riferire sullo stato di sviluppo sostenibile nelle regioni di montagna. Il rapporto descrive le attività principali per lo sviluppo sostenibile della montagna a livello nazionale e internazionale, mette in luce le sfide future e fornisce suggerimenti all'Assemblea su come continuare a promuovere e sostenere efficacemente lo sviluppo in regioni di montagna nello scenario politico attuale, compreso il capitolo 13 dell'Agenda 21, adottato dalle Nazioni Unite al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg e secondo le indicazioni emerse dal summit di Rio+20 del 2012. Il report mette in evidenza ben tre progetti promossi dal Comitato Evk2Cnr, unico ente italiano ad essere citato in modo esplicito nel report.

Secondo il report delel Nazioni Unite "Nell'ambito del progetto SEED, (Social Economic Environment Development) e del progetto Karakorum Trust, finanziati dai governi di Italia e Pakistan, l'ente italiano del Comitato EvK2CNR ha completato con successo il management plan del Central Karakorum National Park. Il progetto mira alla capacity building delle autorità locali e degli stakeholders nella gestione delle risorse naturali". Inoltre in un altro passaggio si rileva come Il progetto di ricerca NextData, promosso da EvK2Cnr e dal Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr "è dedicato alla valutazione degli effetti di cambiamenti climatici e ambientali nelle zone di montagna e alla costruzione di un sistema integrato di archivi e portali che agevolino l'accesso ai dati rilevati sullo stato dell'ambiente montano. Questi archivi permetteranno a decisori e agli stakeholders di sviluppare azioni di sviluppo e adattamento basate su prove concrete". Il governo italiano sostiene inoltre, rileva sempre l'Onu, il progetto Share (Stations at High Altitude for Research on the Environment), implementato da EvK2Cnr congiuntamente con l'Unep per lo studio del clima e dell'ambiente nelle regioni di montagna. La rete di monitoraggio conta oggi 14 siti in tutto il mondo".

Sempre a Lecco è stato fatto un focus sulla tassazione ambientale. Nei prossimi decenni si attende uno switch importante tra le imposte dirette (sul patrimonio) a quelle indirette, di cui fanno parte quelle ambientali riferibili anche al cambiamento climatico. La tassazione ambientale attualmente si aggira attorno al 3%, ma in 10 anni potrebbe arrivare a toccare il 16-20%. Oggi secondo Eurostat "ogni sedici euro di entrate fiscali, uno viene dalla tassazione ambientale". Tra i vari mercati volontari di crediti di carbonio che stanno sorgendo ed espandendosi, potrebbe crearsi quello per la montagna, in virtù per esempio di attività come la riforestazione e l'agricoltura sostenibile.

Combattere oggi i cambiamenti climatici comporterebbe investire l'1% del PIL a livello mondiale, non agire significherà in futuro spendere dal 5 al 20% del PIL mondiale (Sterne). I costi principalmente verranno da: disastri ambientali che non possiamo esimerci dal risolvere perdita e protezione di risorse naturali.

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