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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2013 alle ore 14:51.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 07:23.

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L'inno di Mameli, interprete Giada Valenti, mano sul cuore, come per l'inno americano. Leon Panetta, deputato, capo di gabinetto di Bill Clinton, capo della Cia, segretario al Pentagono con Barack Obama, il coordinatore dell'operazione che ha portato alla cattura di Osama Bin Laden, un eroe nazionale.

Ci sono due italiani, i due premiati giunti da Milano per questo gala notturno del Niaf (National Italian American Foundation), Diana Bracco e Roberto Colaninno raccontano quanto l'America sia stata importante per loro, per business, filantropia, ispirazione. E Pietro Grasso, il nostro Presidente del Senato con l'Ambasciatore d'Italia Claudio Bisogniero.
C'e' Nancy Pelosi, capo dei democratici alla Camera, e' seduta di fianco al Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, sono immersi in fitte conversazioni, lei ha giocato un ruolo chiave per sbloccare la partita per serrata del governo e rinnovo del tetto sul debito, lui vorrebbe azioni piu' incisive dal nostro governo. C'e' Louis Freeh, ex capo dell'Fbi, grande amico, grande compagno di lavoro di Giovanni Falcone. Anche lui, Freeh, e' italo americano, da parte di madre, Berenice Chinchiolo. Di gente come lui, con il cognome che non finisce in vocale, con gli occhi lucidi quando si parla del nostro paese, quando raccontano dei loro nonni o bisnonni arrivati con le valigie di cartone e senza un centesimo in tasca in America ce ne sono a milioni.

Eppoi c'è Maria Bartiromo, conduttrice della serata, potenza televisiva economica alla CNBC, c'è il giudice della Corte Suprema Sam Alito, qualche generale, deputati, senatori e l'attore Paul Sorvino, uno dei premiati americani con Panetta. Il gruppo e' nel "dais", il tavolo d'onore sponsorizzato quest'anno dalla regione Campania che sfoggia per questa occasione di comunanza fra due repubbliche un' "Altezza Reale", "Beatrice du Bourbon des duex Sicilies" (sic, in francese!) reminescenza del vecchio regno delle Due Sicilie. Sotto, la sala da ballo più grande del Washington Hilton, si estende a perdita d'occhio con un parterre di quasi 3000 persone venute da ogni angolo d'America per celebrare quest'evento annuale del Niaf appunto, della National Italian American Foundation, uno dei nostri ponti diretti con gli Stati Uniti d'America.
L'abbraccio è annuale, non sempre facile, ma il patrimonio comune è importante. Va rafforzato, questo lo abbiamo scritto mille volte su queste pagine, perché gli italo americani sono i nostri interlocutori naturali, i nostri cugini lontani in territorio americano. E' bene che l o schieramento industriale a Washington partecipi allo sforzo. Che sia di buon esempio per i politici. La chiave per rafforzarlo questo rapporto la trovano sia Diana Bracco, filantropa, sì, ma grande industriale farmaceutica che Roberto Colaninno, parlano d'America, di come anche loro in questo paese hanno trovto insegnamento e fortuna. Colaninno racconta a una platea deliziata come fu la Chase Manhattan Bank a dargli una linea di credito da 30 miliardi di dollari per acquistare Telecom Italia: "Volevo prendere il 20% - ricorda Colaninno – lui mi disse, il 20%?

E perche' non il 100%?...non ebbi granche' da obiettare...". La Bracco ricorda il grande vantaggio della penetrazione della sua azienda farmaceutica nel mercato americano, racconta delle Bracco Diagnostics Incorporated a Princeton e Acist Medical Systems a Minneapolis e dei laboratori di ricerca in questo paese. E punta sul "collante" Milano Expo 2015, l'esposizione universale che ha avuto l'adesione americana, una cordata di privati dovra' raccogliere fra i 30 e i 40 milioni di dollari per costruire il padiglione americano. Lo ha confermato Barack Obama a Enrico Letta durante il loro incontro alla Casa Bianca di una decina di giorni fa.
Ora i paesi che partecipano sono 137. E l'Expo, di cui la Bracco è Presidente, diventa una piattaforma chiave per avvicinare l'America e non solo gli italo americani all'Italia, per darci un'immagine piu' avanzata di quella che poggia ancora – da Jersey Shore a Spot pubblicitari per pizze Bella Napoli – su troppi luoghi comuni. L'Expo e' dedicato alla sfide agroalimentari per garantire la nutrizione del pianeta, per cercare alimentazioni sane con proiezioni scientifiche, di prodotto, di innovazioni di scenari che l'America, preoccupata da fenomeni di obesita' al suo interno e da sfide contro la fame al suo esterno (vedi fondazioni Ford o Gates) insegue con estremo interesse.

A questo la Bracco ha aggiunto il fattore emotivo, la cosa che italo americani e italiano potranno vivere insieme :" il mio è un appello accorato – dice la Bracco - venite in Italia nel 2015, portate i vostri figli e nipoti all'Expo per fargli vedere il nostro - il vostro Paese - è un'occasione irripetibile. Per loro sarà un modo per scoprire le loro radici e il patrimonio italiano. Sono i giovani Italoamericani che devono rafforzare il senso della nostra comunità, una comunità che abbraccia gli Italiani di tutto il mondo".

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