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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 10:34.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2013 alle ore 09:49.

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LeBron James (LaPresse)LeBron James (LaPresse)

"Voglio diventare il più grande": beh, se queste sono le premesse, sarà ben difficile riuscire a strappare l'anello di campioni dal dito di LeBron James e dei suoi Miami Heat. Sfatato il tabù del titolo grazie agli ultimi due campionati vinti in fila, Il Prescelto (che a fine anno sarà free agent: tornerà a Cleveland?) punta deciso verso il Triplete, con un roster che ha perso sì la mano spietata di Mike Miller (approdato a Memphis), ma che dalle parti del canestro potrà contare sul discontinuo talento di Beasley e sul ritrovato (speriamo….), Greg Oden, all'ennesimo tentativo di ritornare sul parquet dopo una carriera di fatto mai veramente iniziata, causa ginocchia di cristallo. Miami favorita d'obbligo, quindi, ma chi davvero potrà ostacolarla, a Est e a Ovest?

Rivali vecchie e nuove – Tra le prime, ovvio, per curriculum ed età media del roster, ecco i vicecampioni dei San Antonio Spurs, che confermano i grandi vecchi Parker-Ginobili-Duncan e aggiungono il nostro Belinelli in panca. Sempre a Ovest ecco poi gli affidabili Oklahoma Thunder del duo Durant-Westbrook (ma come recupererà dall'infortunio la ginocchio?), poi la "nuova" Los Angeles, quella griffata Clippers con Doc Rivers arrivato da Boston a timonarla dalla panchina; e la Houston dell'ex Lakers Howard e del talento ‘barbuto' di Harden, oltre alla Memphis delle sorprese che si affida al neo-coach Joerger e che ha dato profondità alle seconde linee (vedi l'arrivo del greco Koufos da Denver). Senza dimenticare poi la frizzante Golden State di Curry e proprio dell'ex ‘Pepita' Igoudala.

Insidie a Est – Anche in riva all'Atlantico Miami rischia qualcosa. I Bulls ritrovano – dopo un anno di stop causa crack a un ginocchio, Derrick Rose, e tanto basta (e avanza…); a Indiana, la sapienza cestistica di coach Vogel verrà moltiplicata dai punti del rientrante Granger e dall'esperienza di Scola; i rinnovati Brooklyn Nets, poi, puntano decisi all'anello grazie agli ex Celtics Pierce-Garnett per un progetto a brevissimo termine ma con alte possibilità di successo. E poi ecco i Knicks di Anthony (ma ha già detto che a fine anno vuole andar via…), dell'ex Lakers Metta World Peace e di Andrea Bargnani, al primo cambio di maglia dopo l'esperienza agrodolce di Toronto, e già, forse, all'ultima chiamata per una carriera da big nella Lega.

Dinastie al tramonto – Sono, sulla carta, proprio le due più celebri, quelle di Boston Celtics e Los Angeles Lakers. I trifogli biancoverdi hanno avviato il rinnovamento, dando l'addio a Pierce, Garnett, Terry e a Doc Rivers in panchina, e affidandosi al coach esordiente Brad Stevens e a Rajon Rondo (ancora alle prese col recupero dopo l'infortunio al ginocchio) in campo. Stagione perdente in arrivo, così come potrebbe accadere ai Lakers che, dato l'addio senza troppi rimpianti ad Howard, aspettano il rientro di Kobe Bryant dopo la rottura del tendine d'Achille, hanno il 40enne Nash in condizioni precarie e riaffidano la leadership sottocanestro a Pau Gasol. Il resto, in casa gialloviola, è davvero poca roba (Kaman sotto le plance e i soliti comprimari in panca a disposizione del sempre discusso D'Antoni).

Spaghetti League – Detto d Belinelli e Bragnani, attendiamo con ansia il ritorno in campo di Dan ilo Gallinari, reduce anche lui dall'infortunio al ginocchio e chiamato a reinserirsi in una Denver che ha perso coach Karl (al suo posto l'ex Messaggero Roma Brian Shaw) e molti giocatori-chiave. E curiosità anche per il rookie Datome a Detroit: l'ex Mvp del campionato con Roma, dopo un Europeo da capitano e protagonista, è stato limitato da fastidi fisici nella pre-season. Ma Gigi ha mentalità e tiro per far bene nei Pistons, dove troverà tra l'altro un altro ex "romano", il play Jennings, e un' grande vecchio' come Billups

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