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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 06:48.

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LONDRA
La cura dimagrante continua per Bp: il colosso britannico intende vendere asset per altri 10 miliardi di dollari entro la fine del 2015 per sostenere i costi crescenti del disastro ambientale del Golfo del Messico e per restituire più soldi agli azionisti. Lo ha annunciato l'amministratore delegato Bob Dudley presentando i risultati del terzo trimestre.
Gli utili della compagnia petrolifera sono aumentati a 3,7 miliardi di $ dai 2,7 miliardi del secondo trimestre, ma sono calati del 26% rispetto ai 5 miliardi dello stesso periodo del 2012. La cifra è comunque superiore alle previsioni degli analisti e anche questo – insieme alle dismissioni e a un aumento del dividendo – ha contribuito a far salire il titolo: Bp ieri ha sostenuto il Footsie, chiudendo in rialzo del 5,6% a 477,5p alla Borsa di Londra.
Il mercato non ha punito il calo della produzione, scesa del 2% a 2,2 milioni di barili al giorno, perché Dudley ha precisato che la flessione è legata solo alle vendite di asset (tra cui la quota in Tnk-Bp, ceduta a Rosneft): l'output reale è salito del 3,4% grazie al greggio estratto da nuovi pozzi nel Mare del Nord e in Angola e alle condizioni meteorologiche favorevoli nel Golfo del Messico. Il gruppo prevede di mantenere lo stesso livello di produzione nel trimestre in corso.
Il nuovo piano di dismissioni da 10 miliardi si aggiunge ai 38 miliardi di asset già venduti da Bp per fare fronte ai costi del disastro ambientale provocato nel 2010 dall'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, che continuano a salire e sono ora stimati a 42,5 miliardi di $. Gli analisti prevedono che altri gruppi petroliferi seguiranno le orme di Bp, dato che tutto il settore deve affrontare un aumento dei costi e un possibile calo dei prezzi del greggio in futuro.
Nonostante le previste vendite, Bp continua a investire in nuovi progetti. «Il livello di capital spending nel 2014 sarà in linea con quest'anno, intorno a 24-25 miliardi di dollari» ha assicurato il ceo Dudley, ricordando due recenti scoperte di rilievo, entrambe offshore: una nel delta del Nilo in Egitto e un'altra a Cauvery, al largo della costa sud-orientale dell'India.
Bp in marzo, in seguito alla vendita della sua quota della joint venture russa Tnk-Bp, aveva incassato 12 miliardi di $ e annunciato un buy back di azioni proprie da 8 miliardi, di cui 3,8 già spesi. Ieri il gruppo ha aumentato del 5,6% il dividendo agli azionisti, portandolo a 9,5 cents. «Il mercato non vuole che le big del petrolio spendano soldi - ha commentato Neill Morton, analista di Investec a Londra – Gli investitori vogliono incassare e Bp li ha fatti contenti con un aumento del dividendo, un nuovo piano di dismissioni da 10 miliardi e investimenti invariati nel 2014».
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