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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 06:47.

MILANO
Il caso Telecom Italia. Ma anche il passaggio della divisione elettronica della Olivetti a General Electric, operazione in cui hanno avuto un ruolo chiave Vittorio Valletta e Enrico Cuccia, definiti «terminali degli interessi degli americani in Italia». L'Ingegnere Carlo De Benedetti passa in rassegna la storia dell'Olivetti a Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24 e non risparmia critiche alle vecchie gestioni di Telecom Italia. «Se i capitani coraggiosi sono Colaninno e Tronchetti allora preferisco le partecipazioni statali. Un liberista, in economia, come me si trova a dire viva le partecipazioni statali», ha dichiarato l'Ingegnere. «Ho inventato la Omnitel, - ha proseguito De Benedetti ai microfoni di Radio 24 - unica azienda di computer al mondo che è entrata nella telefonia e non era una cosa ovvia. Quando poi la Omnitel che oggi è Vodafone fu successivamente venduta da Colaninno alla Mannesmann che poi fu comprata a sua volta dalla Vodafone, vorrei ricordare che l'Olivetti era l'azienda piu liquida in Italia. Tanto che Colaninno si permise di fare, e io lo contestai per iscritto, l'Opa sulla Telecom che firmò la fine della Telecom». Una operazione, la maxi Opa di Colaninno, che – secondo l'Ingegnere – evidenziava strategie industriali pari a zero: «Colaninno utilizzò la cassa dell'Olivetti per iniziare la distruzione della Telecom e poi fu conseguita con grande intensità e incapacità da Tronchetti».
Immediata la risposta del patron della Pirelli che a stretto giro ha respinto fermamente le accuse di «distruzione» di Telecom Italia innescando poi un botta e risposta con l'Ingegnere. «Se anche io raccontassi la storia delle persone attraverso i luoghi comuni e gli slogan potrei dire che l'Ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti, per lo scandalo legato alla vendita di apparecchiature alle Poste italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro le vicende di Tangentopoli. Invece non lo faccio perchè sarebbe sbagliato», ha replicato Tronchetti Provera. Per poi lanciare un messaggio chiaro e un «invito» a De Benedetti: «Mi confronto sui fatti, anche pronto a farlo pubblicamente se l'Ingegnere accetta, non sugli insulti», ha concluso l'ex numero uno di Telecom. In serata poi, la nuova replica di De Benedetti: «Tronchetti anziché esercitarsi in esercizi di dozzinale retorica, che contiene anche falsità, con le sue sconsiderate decisioni imprenditoriali ha distrutto miliardi di valore per gli azionisti Pirelli», si legge nella nota diffusa in serata. «È stato costretto a vendere per pochi soldi ai suoi dirigenti la divisione cavi (Prysmian) che oggi capitalizza oltre i due terzi di Pirelli per poi essere salvato miracolosamente dal fallimento per misterioso intervento delle banche che ancora si leccano le ferite e alzano bandiera bianca vendendo Telecom a Telefonica. Se c'è una persona a cui converrebbe essere dimenticato per la sua avidità e incapacità è proprio Tronchetti». L'ultima nota, infine, è giunta dalla Bicocca: «È evidente che io e l'Ingegner De Benedetti non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e un cittadino svizzero», ha replicato Tronchetti.
Tornando alla storia di Olivetti, oltre al capitolo tlc, il patron del gruppo Cir-Cofide ha affrontato anche la vendita della divisione elettronica agli americani di General Electric. In proposito – ha osservato l'Ingegnere – la cessione è avvenuta per due questioni: «primo, per l'oggettiva incapacità finanziaria dell'Olivetti, era troppo piccola e mai avrebbe avuto la forza di farcela da sola; e secondo, gli americani». «Fu Valletta – ha spiegato – che chiese a Cuccia di condizionare l'aiuto degli americani che Olivetti aveva bisogno, soprattutto dopo la morte di Adriano e i litigi della famiglia, e gli americani chiesero di vendere a Ge. Cuccia e Valletta erano terminale di interessi americani in Italia. Valletta era per gli americani la persona di riferimento per la loro rappresentanza, …chiamiamola cosi».
Infine il ricordo sulla tragica morte dell'ingegnere Mario Tchou che inventò, ancor prima dell'IBM, il più grande calcolatore al mondo, l'Elea. «Tchou è morto in un tragico incidente sulla Milano Torino ma in Olivetti c'era la convinzione che fosse stato ucciso dai servizi segreti americani».
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