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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 15:41.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2013 alle ore 19:12.

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Davide Comaschi (© NOlab 2013)Davide Comaschi (© NOlab 2013)

Anche l'arte della cioccolateria ha i suoi Mondiali, e oggi li ha vinti un italiano. Davide Comaschi classe 1980, ha mosso i primi passi alla Pasticceria Martesana di Milano e a gennaio scorso si è laureato campione d'Italia per la seconda volta in carriera al Sigep di Rimini.
Per la finale ha dovuto lavorare per otto consecutive, alternandosi nelle prove di torta multistrato, dolce al piatto, pralina a immersione, pralina stampata e pezzo artistico da esposizione.

Ha sorpreso giudici e pubblico utilizzando ben sette diversi timer durante la creazione delle proprie specialità. Intervistato ieri sera, a poche ore dalla vittoria, parla del suo lavoro e del «peso fortissimo» che esercitano competizioni di questo genere nella determinazione del successo di un maestro: la vittoria e il titolo rappresentano «un aiuto nella ricerca del lavoro, nell'apertura di una nuova attività e, non da meno, contano tantissimo dal punto di vista del prestigio personale». Per aspirare ad arrivare in alto, devi cominciare presto: «Ho iniziato la mia carriera quando avevo 13 anni, – racconta Comaschi - perché fin da bambino sono sempre stato affascinato dal mondo del cioccolato. Per prima cosa ho frequentato un corso professionale di pasticceria, dopodiché, grazie a uno stage, sono entrato a tutti gli effetti come membro del laboratorio della Martesana. Devo però ammettere di essermi davvero innamorato perdutamente di questa professione grazie a un concorso nel 2007, la "Coupe du Monde de la Patisserie", al quale ho partecipato in qualità di membro della squadra nazionale italiana, giunta poi terza classificata». Lo Stivale, nel campo della cioccolata, dice la sua: sono 60 i maestri «tra cui - spiega il campione italiano - tre maestri ambasciatori Ampi negli Stati Uniti». Il titolo ha un valore importante nel settore: «Significa che le tue creazioni sono prodotti di assoluta qualità, che utilizzi le migliori materie prime e, in generale, che sei un valido professionista». Ma qual è il percorso per chi oggi intenda intraprendere questa strada? Comaschi risponde sicuro: «Prima di tutto corsi specializzati, quindi studiare molto sia la lavorazione, sia l'utilizzo del cioccolato, come temperarlo e le diverse tecniche di temperaggio da impiegare nelle proprie creazioni». Quindi occorre «molta pratica», serve «sporcarsi letteralmente le mani di cioccolato, entrandoci in contatto fino a conoscerlo nel profondo». Quanto può arrivare a guadagnare un maestro del cioccolato? Secondo Comaschi «è tutto legato al tipo di attività che si decide di mettere in piedi, quindi dipende molto dal tipo di produzione che il singolo cioccolatiere o il singolo laboratorio decide di praticare, dal target e quindi dalla clientela che consuma i prodotti proposti». Il lavoro secondo il maestro campione d'Italia c'è, «per chi ha veramente voglia di lavorare ed è davvero portato per questo mestiere». Ma occhio alla crisi: «Anche il nostro settore ne ha risentito». Non troppo, però: la vita è già amara di suo. Senza cioccolato lo sarebbe ancora di più.

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