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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 15:27.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2013 alle ore 19:50.

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Giulia Ligresti in carcere non mangia più, in passato ha sofferto di anoressia. Giulia Ligresti, figlia di Don Salvatore, è malata: la sua condizione non è compatibile con la detenzione. Il Gip di Torino che indaga sulla famiglia che ha svuotato le casse di Fondiaria Sai ha già rigettato l'istanza per i domiciliari presentata dai legali della donna. In sintesi: se le porte della galera non si aprono con la chiave allora rimane solo una spallata. E di quelle forti. Così la famiglia Ligresti, che da sempre ha unito il suo nome e le sue sorti a nomi importanti della politica e della finanza italiane, si ricorda di un'amica, e non una qualunque. Si ricorda di Anna Maria Cancellieri, già ministro degli Interni, attuale titolare della Giustizia. La telefonata al ministro arriva da Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, che segue il suggerimento di sua cognata Gabriella Fragni, cui l'ex commissario di Bologna e Parma ha detto: "guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta". I telefoni dei Ligresti sono intercettati e la chiacchierata tra Antonino e Cancellieri rimane impigliata lì, in un file in cui le voci sono chiare. Leggerezza.

Il ministro si sobbarca l'ingrato compito di sensibilizzare l'amministrazione penitenziaria e a sua volta alza il telefono e chiama Francesco Cascini e Luigi Pagano, due vice capi del Dap (il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria) perché, testuali parole del ministro Cancellieri interrogata dai magistrati di Torino sul suo ruolo nella faccenda: "facciano quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati". Anzi, corregge il tiro, non dei carcerati (che allora non ci sarebbe nessun dubbio sulla legittimità della telefonata) ma della carcerata Giulia Ligresti.
Com'è come non è la donna, magra come un chiodo, pochi giorni dopo (precisamente il 28 agosto) è fuori da carcere e, vale la pena ricordarlo, nonostante il Gip si fosse opposto alla misura alternativa dei domiciliari. La telefonata dello zio Antonino è partita una decina di giorni prima, il 17.

Ascoltata dal viceprocuratore aggiunto Vittorio Nessi, Anna Maria Cancellieri conferma di avere avuto contatti con la famiglia Ligresti per manifestare alla sua amica Gabriella Fragni la propria solidarietà. In merito alle sollecitazioni fatte ai dirigenti del Dap spiega: "In cella non mangiava più, l'ho fatto per ragioni umanitarie".
Il ministro della Giustizia, è bene sottolinearlo, non è indagata: non ci sono prove che colleghino le telefonate da lei ricevute e fatte con la scarcerazione di Giulia e, come lo stesso legale della donna ha ricordato, già il procuratore di Torino Giancarlo Caselli si era interessato delle condizioni di salute della sua assistita. Tuttavia, così per cercare il pelo nell'uovo e sollazzarsi nell'andreottiano detto che a pensar male si fa peccato (e basta), scappa fuori un ricordo dal recente passato: il ricordo è di una buonuscita da 3,6milioni di euro pagata a dicembre 2012 da Fondiaria Sai al direttore generale uscente: Piergiorgio Peluso. E quindi? si chiederà qualcuno. Niente, giusto che Piergiorgio Peluso è il figlio di Anna Maria Cancellieri.

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