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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 09:40.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2013 alle ore 10:32.

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Mentre continuano a pioggia le rivelazioni sullo scandalo Prism - la soveglianza elettronica del governo americano a opera della talpa ed ex dipendente, l'informatico Edward Snowden - fra gli ultimi, il Papa controllato e i sistemi di Yahoo e Google violati secondo il Washington Post, lo scandalo si allarga con ricadute non solo diplomatiche e di equilibri interni fra intelligence dei diversi Paesi, ma anche possibili danni economici, cioè perdite presto monetizzabili per gli interessi americani in mercati chiave. Secondo il Wall Street Journal, lo scandalo detto Datagate, avrà ripercussioni sui piani di espansione in Europa del colosso telefonico americano At&T. A ostacolare i piani Usa ci sono Francia e Germania, la cui cancelliera ha lamentato di essere spiata: il progetto di At&T di entrare nella telefonia mobile europea, in particolare in Vodafone Group, potrebbe così essere sottoposto a un più approfondito esame proprio perché At&T è fra le aziende che hanno collaborato alla raccolta di dati dell'agenzia governativa americana.

Dell'affare, uno dei più grossi nelle tlc - Vodafone è il secondo operatore in Germania tanto per dire - si vocifera da un po' fra analisti e investitori di Wall Street. Secondo il quotidiano finanziario americano la probabilità di un affare nel breve periodo è molto bassa, troppo caldi lo scandalo diplomatico, le dichiarazioni infuriate di Angela Merkel e la conseguente l'onda mediatica del Datagate. Dal portavoce di At&T un «no comment».

Lo scandalo Prism nacque in sordina proprio da una azienda telefonica americana, Verizon, che girava i dati dei clienti raccolti alla NSA.

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