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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 13:17.
Un divorzio inglese, alla svelta e a poco prezzo. Ben 180 coppie italiane hanno fatto finta di essere residenti nel Regno Unito per porre fine al loro matrimonio senza sobbarcarsi le spese e le lungaggini di un divorzio in Italia. Purtroppo per loro, la truffa è stata scoperta e la giustizia di Sua Maestà britannica si è messa in moto per annullare i divorzi.
"Gli italiani mentono per avere un rapido divorzio inglese", titola il Times di Londra (con le due parole chiave in italiano). "Vanno in Gran Bretagna per un divorzio più facile", incalza il Daily Mail.
Quando è venuto fuori che 180 coppie italiane avevano usato il sistema giudiziario inglese in modo fraudolento per divorziare velocemente, Sir James Munby, il più alto giudice britannico del diritto di famiglia, ha ricevuto la richiesta di annullare 180 divorzi.
L'idea delle coppie desiderose di divorziare era di aggirare il lungo e spesso costoso processo di divorzio italiano.
L'imbroglio è stato smascherato quando i funzionari giudiziari si sono resi conto che, in 179 casi, una delle parti che chiedeva il divorzio aveva dato lo stesso indirizzo di residenza, in High Street, a Maidenhead, nel Berkshire. Indirizzo che non corrispondeva a un'abitazione, ma a una casella postale. Il 180.mo richiedente, invece, aveva indicato una residenza a Epsom, nel Surrey. Tutti i consorti vivevano in Italia.
Simon Murray – il magistrato che deve proteggere l'integrità del processo di divorzio per conto del Procuratore della Regina – ha chiesto a Sir James di annullare le sentenze interlocutorie e le sentenze definitive emanate in tutti i 180 casi. "Una mossa insolita", nota il Times.
In Italia, ricordano i giornali inglesi, chi vuole divorziare in modo legittimo ha l'obbligo di far trascorrere tre anni di separazione legale. Ma questo problema si può aggirare approfittando della legislazione Ue che riconosce i divorzi ottenuti in qualsiasi altro Stato membro.
Dopo avere ottenuto la residenza all'estero, nella maggior parte dei casi le coppie possono chiedere il divorzio dopo sei mesi. La Romania sembra essere una destinazione molto gettonata dai turisti del divorzio. "Ma è illegale usare residenze finte a questo scopo", precisa il Daily Mail.
Murray ha informato Sir James che alcuni italiani avevano scelto il Regno Unito per divorziare. "Ogni coppia pagava circa 4mila euro per un divorzio veloce, indicando come residenza una casella postale a Maidenhead. Sembra che ciò fosse una frode. Le sentenze devono essere annullate".
"La legge di Inghilterra e Galles richiede che una persona che vuole divorziare nei tribunali inglesi e gallesi sia stata abitualmente residente in Inghilterra per almeno un anno prima di fare una richiesta di divorzio, o che l'altra parte sia abitualmente residente nella giurisdizione. Le corti inglesi e gallesi non hanno nessuna competenza per considerare le richieste di divorzio di parti che sono entrambe residenti all'estero".
Nel 2011, fa notare il Times, Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione matrimonialisti italiani, aveva descritto come "una sconfitta del sistema giudiziario italiano" il costante aumento dei divorzi all'estero degli italiani.
Delle 180 coppie in questione, tutte tranne due hanno detto che non si sarebbero opposte all'annullamento del divorzio. Un rappresentante del governo italiano è presente in tribunale per seguire il procedimento.
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