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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 11:14.
L'ultima modifica è del 31 ottobre 2013 alle ore 11:19.

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Nella foto la casa circondariale Lorusso Cutugno di Torino (Ansa)Nella foto la casa circondariale Lorusso Cutugno di Torino (Ansa)

Il carcere di Torino si svela. E mostra anche il suo volto buono, positivo, fatto di storie e di iniziative di risocializzazione (dal lavoro alla formazione interni, dallo sport al teatro, fino alla valorizzazione del senso della pena) ad opera dell'istituzione penitenziaria, delle associazioni di volontariato, degli educatori, delle imprese che danno lavoro entro la cinta muraria.

Ma anche, storie e iniziative di uomini e donne che, in carcere, raddrizzano i loro percorsi di vita. Proprio grazie a queste variegate offerte di compagnia e di incoraggiamento. Anche questo e' il mondo del carcere a Torino, non solo il sovraffollamento, le celle degradate, la disperazione, i suicidi che anche qui ci sono stati, la difficile condizione degli agenti di polizia penitenziaria.

Dal 30 ottobre, l'impegno di umanizzazione in questa parte della città che si chiama «casa circondariale» è visibile su un nuovo e moderno sito internet, all'indirizzo www.carceretorino.it che ha rivoluzionato in senso dinamico una precedente esperienza sul Web.

Cosi è possibile scoprire, in totale trasparenza, come hanno spiegato il direttore dell'istituto, Giuseppe Forte, e l'aggiunto Francesca Daquino, che quest'anno è partito dentro il carcere il biennio del liceo artistico di Torino dedicato a una ventina di cosiddetti sex offender, detenuti che condannati per violenza sessuale hanno deciso di intraprendere un percorso di rieducazione al rapporto con la bellezza e l'arte e la letteratura che la esprimono. Un esperimento audace che nasce da un'idea dell'ex direttore dell'istituto, Pietro Buffa.

Scorrendo le pagine del sito si scopre che un gruppo di detenuti comincerà la risistemazione del verde del viale che porta all'ingresso del carcere (quello stesso viale che li ha condotti alla privazione della libertà) e delle aree limitrofe, con la prospettiva di allargare questo lavoro - debitamente pagato - ad altre zone del quartiere. Il sito racconta le diverse attività di lavoro già in corso tramite cooperative, dalla serra alla tostatura di caffè e cacao, dalla lavorazione del legno per l'arredo urbano (imminente la consegna di panchine in Qatar) alla produzione di pane, dolci e attivita' di catering, dall'atelier di abbigliamento nella sezione delle donne alla recente apertura di una lavanderia industriale.

A breve partirà una panetteria che fornirà diversi esercizi commerciali. A Torino funziona poi da 13 anni un polo universitario che ha visto la laurea di una trentina di detenuti e sono attivi corsi per la lavorazione del legno d'arredamento. Il sito racconta storie di uomini che rompono la condizione di ozio anche con lo sport in chiave rieducativa. Così ogni anno si svolge un campionato di calcio giocato con squadre di giovani dei licei e degli istituti di Torino e da due anni una squadra di rugby, interna al carcere, partecipa al campionato regionale di terza serie. E il rugby comporta un forte rapporto con i valori della lealta' e del rispetto delle regole.

Il sito, realizzato dalla società Sharp Consulting e continuamente aggiornato da una redazione interna con news su quanto di significativo accade in carcere, raccoglie contributi video e fotografici come nel caso del regista Davide Ferrario e del fotografo Luigi Gariglio. L'iniziativa è stata realizzata con i finanziamenti della Regione Piemonte (concessi, nel tempo, dall'ex assessore Luigi Sergio Ricca, dal successore Elena Maccanti e dall'attuale reponsabile delle politiche per la sicurezza, Riccardo Molinari). Contributi anche dalla Compagnia di San Paolo e la collaborazione del Politecnico di Torino (con Ingegneria del cinema) e del gruppo di volontariato "Sulle orme di Giulia".

Il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Enrico Sbriglia, nella conferenza stampa che si è svolta il 30 ottobre a Torino, ha rimarcato che le iniziative di rieducazione rappresentano un guadagno in sicurezza e anche un risparmio in termini economici per la società, in chiave di reintegro di chi ha commesso reati, rispondendo anche in questo modo ai richiami della Ue all'Italia (ma pure del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano) in tema di carcerazionei.

Sbriglia ha anche annunciato di voler studiare forme protette di utilizzo di internet a beneficio dei detenuti che ne avessero bisogno. Il direttore, Forte, ha lanciato un appello alle "forze imprenditrici" perchè studino forme di presenza in carcere con proprie attività e con assunzioni di personale in detenzione, agevolate per fisco e contributi, dal rifinanziamento della legge Smuraglia.

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