Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2013 alle ore 07:23.

My24

Tutto l'arsenale chimico dichiarato dal regime siriano è stato sigillato dagli ispettori dell'Organizzazione per la Proibizione di Armi Chimiche (Opac). Lo ha riferito la stessa organizzazione sottolineando che al momento le munizioni a carica chimica e gli stock di agenti chimici sono inutilizzabili perché i sigilli posti dagli ispettori «sono a prova di manomissione».

Trovate 1.000 tonnellate di agenti chimici e 290 tonnellate di armi chimiche
L'organizzazione internazionale ha reso noto di aver individuato «mille tonnellate di agenti chimici utilizzabili per preparare armi, e 290 tonnellate di armi chimiche», ha spiegato il portavoce Christian Chartier, aggiungendo che «queste armi e questi agenti resteranno nei loro siti, non siamo ancora alla fase di rimozione». I dati corrispondono alle stime degli esperti internazionali per quanto concerne la quantità di aggressivi chimici non "weaponizzati", cioè non inseriti all'interno di bombe, granate e razzi per l'impiego bellico.

Timori che il regime di Assad abbia occultato parte di arsenali di gas nervini
Per quanto riguarda le munizioni a carica chimiche il quantitativo rinvenuto è sensibilmente inferiore alle 500 tonnellate stimate dagli esperti, rinnovando i timori che il regime di Bashar Assad possa aver occultato (o trasferito in Libano e Iraq, come sostengono i ribelli) parte degli arsenali di gas nervini prima dell'arrivo dei team dell'Opac.

Al 28 ottobre le ispezioni avevano riguardato 21 dei 23 siti dove sono custoditi gli armamenti chimici che il regime di Bashar al-Asad si è impegnato a eliminare. Altri due depositi non erano stati ispezionati per «ragioni di sicurezza» a causa delle ostilità in corso tra forze governative e ribelli ma negli ultimi giorni la situazione bellica in quei settori si è stabilizzata consentendo i sopralluoghi degli esperti internazionali.

Opac: distrutte le attrezzature per la produzione di armi chimiche
L'Opac aveva annunciato nei giorni scorsi che tutte le attrezzature per la produzione delle armi chimiche in Siria sono state distrutte con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza del 1° novembre fissata nell'accordo tra Stati Uniti e Russia sulla distruzione delle armi chimiche. Secondo il comunicato «l'Opac è soddisfatta di aver verificato e distrutto tutto il materiale per la produzione, la miscelazione e gli impianti di riempimento di tutti i 23 siti» indicati da Damasco e ispezionati.

Ora si apre la fase della distruzione: Oslo ha respinto la richiesta degli Usa
Con il censimento e la messa in sicurezza degli arsenali siriani si apre la delicata fase del loro smantellamento che difficilmente o solo parzialmente potrà venire effettuato in territorio siriano. Il 25 ottobre il governo di Oslo ha respinto la richiesta degli Stati Uniti di trasferire in Norvegia parte dell'arsenale chimico siriano per provvedere alla sua distruzione. «Le ragioni del rifiuto - ha detto il ministro degli Esteri Borge Brende - sono le scadenze previste dalla risoluzione dell'Onu, la disponibilità di equipaggiamenti tecnici e altri limiti giuridici».

Washington auspicava che la Norvegia accettasse di distruggere la metà delle armi chimiche siriane mentre tra i Paesi tecnologicamente idonei ad accettare lo scomodo incarico vi sono Russia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Stati Uniti.

Oltre alle armi di distruzione di massa anche gli arsenali convenzionali di Damasco continuano a preoccupare, come nel caso dei missili da crociera antinave Yakhont che la Russia ha consegnato in circa 80 esemplari alle forze siriane. Secondo quanto riferito dalla tv libanese al-Manar (organo del movimento filosiriano Hezbollah), con un bombardamento navale gli israeliani hanno attaccato oggi nei pressi di Latakya una batteria di missili Yakhont distruggendo tre missili a bordo di un camion militare.

Da Israele numerosi raid contro missili che Mosca ha fornito a Damasco
Le forze israeliane hanno già effettuato almeno una mezza dozzina di raid contro sistemi d'arma sofisticati che Mosca ha fornito a Damasco e contro convogli di armi dirette a Hezbollah che ha inviato almeno 5 mila suoi miliziani a combattere in Siria al fianco dei lealisti. Secondo fonti citate dal Sunday Times nel luglio scorso una cinquantina di missili Yakhont, capaci di colpire navi fino a 300 chilometri dalle coste siriane, erano stati distrutti in un deposito colpito da missili Harpoon lanciati da uno dei 5 sottomarini israeliani tipo Dolphin.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi