Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2013 alle ore 06:44.

My24

ROMA
Addio Alitalia. Un annuncio simile qualcuno ieri se lo aspettava da Air France-Klm, in seguito a una lettura frettolosa della comunicazione che Parigi ha azzerato il valore in bilancio della partecipazione del 25% nella compagnia, invece l'addio è arrivato da Roberto Colaninno.
L'imprenditore che da cinque anni guida la cordata dei Capitani coraggiosi, la Cai, ha annunciato che non sarà più il presidente di Alitalia al termine della ricapitalizzazione in corso, un percorso accidentato che dovrebbe concludersi al più tardi entro fine anno.
«Dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione di Alitalia, annuncio sin da ora che, al termine delle operazioni ad essa relative, quando le mie dimissioni verranno formalizzate insieme a quelle di tutto il consiglio di amministrazione, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società», ha dichiarato Colaninno. «Desidero ritornare a concentrarmi sulle attività industriali del gruppo Immsi ritenendo (...) di aver portato a termine l'impegno profuso in questi anni in Alitalia nel ruolo di presidente. Con l'investimento realizzato rimarrò un importante azionista di Alitalia, certo di contribuire, nella carica di consigliere di amministrazione, al consolidamento futuro del rilancio della società».
Colaninno ha risposto così alla «discontinuità» invocata dal premier Enrico Letta quando, il 10 ottobre, ha annunciato il salvataggio dell'Alitalia-Cai privata con un ritorno dello Stato, attraverso le Poste, impegnate ad iniettare 75 milioni. Resta da capire il destino dell'a.d. Gabriele Del Torchio.
La navigazione di Alitalia, che ha perso 1,25 miliardi nei primi quattro anni e mezzo e ha esaurito il capitale, rimane molto turbolenta. Sulla ricapitalizzazione permane l'incertezza della posizione di Air France-Klm. Parigi chiede ad Alitalia, alle banche e agli azionisti della Cai ancora disposti ad impegnarsi due condizioni: un piano industriale efficace e una ristrutturazione dei debiti. Le banche, Intesa Sanpaolo e Unicredit che, oltre al ruolo della prima come azionista, hanno garantito fino a 100 milioni di inoptato, non sembrano disposte ad accettare ristrutturazioni della loro esposizione (250 milioni Intesa e 180 milioni Unicredit, prima della ricapitalizzazione). Una delle soverchie preoccupazioni del gruppo Air France, impegnato in un piano di riduzione dei debiti finanziari netti da circa 6 a 4,5 miliardi, è di non ritrovarsi a dover consolidare nel suo bilancio anche i debiti di Alitalia. Al 30 settembre i debiti finanziari netti sono scesi a 813 milioni, ma il debito effettivo è intorno ai 2 miliardi, al netto dei crediti.
Solo 130 milioni dei 300 della ricapitalizzazione sono stati versati. Il cda Alitalia ieri ha approvato i conti del terzo trimestre, la stagione migliore del trasporto aereo. I ricavi gestionali del trimestre sono diminuiti del 6% a 1.060 milioni, il risultato operativo è positivo per 36 milioni ma peggiorato rispetto ai 50 milioni del 2012, l'utile netto del periodo è diminuito da 27 a 7 milioni. Considerando la perdita di 294 milioni del primo semestre, nei primi nove mesi Alitalia ha dunque subìto una perdita netta di 287 milioni, il patrimonio netto è negativo per 86 milioni.
Al cda erano presenti a Roma due dei quattro rappresentanti di Air France-Klm, Peter Hartman e Bruno Matheu, apparsi piuttosto freddi, a differenza di altre sedute la discussione non avrebbe assunto toni accesi. All'uscita uno dei soci, l'imprenditore dell'import-export di banane Antonio Orsero, ha risposto ai giornalisti – secondo l'Agi – che nel cda si è discusso di un piano industriale «stand alone», senza prevedere ulteriori alleanze, precisando: «Certo, c'è per forza». Il prossimo cda si riunirà il 12 novembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi