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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 06:47.

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VIBO VALENTIA
Ormai è questione di settimane o forse addirittura di giorni e lo stabilimento Borsci di Taranto tornerà a produrre il noto Elisir San Marzano. L'azienda pugliese, fallita il 12 dicembre dell'anno scorso, è passata sotto la guida del Gruppo Caffo di Limbadi in provincia di Vibo Valentia che appartiene all'omonima famiglia (amministratore delegato ne è Sebastiano mentre presidente è il padre Giuseppe) che da cento anni produce liquori ed è noto soprattutto per l'Amaro del capo. Il gruppo calabrese si è aggiudicato, attraverso la controllata Bsm, l'affitto per un anno con diritto di prelazione per l'acquisto della storica azienda pugliese fondata nel 1840: nei giorni scorsi la sezione fallimentare del Tribunale di Taranto ha respinto il ricorso che era stato presentato dall'imprenditore bresciano Ghirardini.
Caffo è in attesa del via libera da parte dell'Agenzia delle dogane che deve rilasciare la nuova licenza di produzione alcolici per la Borsci e ha già incontrato i 18 lavoratori dell'azienda pugliese (dieci torneranno subito al lavoro e gli altri 8 saranno riassorbiti in seguito) per illustrare le strategie di rilancio. A partire dalla rete commerciale: «Noi - spiega Sebastiano, amministratore delegato dell'azienda calabrese - abbiamo una rete di vendita consolidata di 80 persone e due sedi all'estero: una in Germania e una negli Stati Uniti e su questa contiamo per commercializzare anche i prodotti della Borsci». Nell'immediato si punta a riavviare la produzione cercando di sfruttare commercialmente gli ultimi mesi dell'anno: «Chiuderemo il 2013 con un fatturato di 25 milioni che non considera Borsci - spiega Sebastiano - ma per il 2014 anche grazie all'apporto dei prodotti che arriveranno dalla Puglia (puntiamo molto nel segmento pasticceria in cui l'Elisir era marchio affermato) pensiamo di arrivare a un fatturato di 30 milioni».
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