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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2013 alle ore 06:46.

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REGGIO EMILIA
Aprire il capitale ai milanesi o ai parmensi? Questo il dilemma delle Fiere di Reggio Emilia, su cui ieri si è consumato un ennesimo confronto in regione per disegnare un vestito addosso al piccolo ente espositivo – 18mila mq coperti – schiacciato dal peso di quasi 21 milioni di debiti, da un concordato liquidatorio che si doveva chiudere in ottobre ma è stato congelato e dai contrasti interni, con due presidenti dimissionari in due anni e scontri aperti tra i tre soci pubblici: Camera di commercio (27,3% del capitale) espressione delle categorie economiche che premono per l'ingresso di un partner di mestiere e, sull'altro fronte, Comune (26,6% del capitale) e Provincia (12,7%) che stanno lottando per salvare in bonis autonomia e patrimonio della società.
A rimescolare le carte di un destino che sembrava segnato un anno fa con l'avvio della procedura concorsuale per la liquidazione di Fiere di Reggio – poco meno di 8 milioni di deficit anche nel 2012 – è stata la recente rivalutazione dell'area di Mancasale occupata dai padiglioni, quasi 10 milioni in più di valore patrimoniale stimato dai periti legali in virtù dell'apertura della stazione mediopadana dell'alta velocità, dell'inaugurazione del tecnopolo e del rilancio industriale di tutta l'area nord del Reggiano. Un tesoretto cui Provincia e Comune non vogliono rinunciare, tanto da chiedere e ottenere dal giudice il rinvio al prossimo 23 gennaio del voto al concordato, per cercare di uscire in bonis ricapitalizzando l'ente. Il rinvio avrebbe però allontanato l'interesse di Milano a un matrimonio con Crpa Eventi, la newco costituita questa estate per salvare le manifestazioni dalla procedura giudiziaria. Nozze che potevano rivitalizzare Reggio Emilia e la sua specializzazione agroalimentare in vista dell'Expo 2015 (con distanze ridotte a 45 minuti dalla stazione Tav).
Guarda invece a Parma la proposta che ieri la Regione ha rimesso sul piatto per il salvataggio dell'expo reggiano: «La via è quella tracciata da anni di un unico sistema fieristico integrato per l'Emilia occidentale, assieme a Parma e Piacenza», ribadisce l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, disposto a ricapitalizzare Reggio solo tramite il veicolo di Fiere di Parma (già partecipate dalla Regione), che dovrebbero entrare direttamente nel capitale di Crpa Eventi e nella gestione delle rassegne d'oltre Enza. Proposta indecente, secondo gli enti locali reggiani, ma la parola spetterà il prossimo 19 novembre al Cda del piccolo expo, a sua volta falcidiato da dimissioni. «Un'alleanza con Milano avrebbe potuto apportare benefici a Reggio – commenta il presidente di Unindustria, Stefano Landi – in una logica di Expo. Non ho elementi per dare un giudizio definitivo o alternativo su questa seconda direzione. L'importante è operare con logica imprenditoriale, cercando razionalizzazioni e coerenza attraverso sinergie».
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