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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2013 alle ore 15:49.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2013 alle ore 22:08.

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Il presidente del Consiglio Enrico Letta (a destra) con il primo ministro irlandese Enda Kenny (AP Photo)Il presidente del Consiglio Enrico Letta (a destra) con il primo ministro irlandese Enda Kenny (AP Photo)

Cosa pensano di me in Europa? «Che ho attributi d'acciaio», dice Enrico Letta in un'intervista all'Irish Time, almeno stando alla traduzione letterale dell'espressione usata dal quotidiano: «Balls of steel». A sentire i suoi, il premier avrebbe utilizzato una metafora leggermente più sfumata («ho tirato fuori gli attributi», appunto, e non «palle» o «balle»). E lo stesso Letta, in un tweet, ha parlato di «traduzione idiomatica fatta dal giornalista».

«È novembre e siamo ancora qui»
Il messaggio però è chiaro: aver mandato in minoranza Silvio Berlusconi nel voto sulla fiducia al governo un mese fa, gli ha fatto guadagnare parecchi punti nelle cancellerie europee. Tanto che, nonostante le continue turbolenze interne - ultima in ordine di tempo il caso Cancellieri mentre all'orizzonte c'è la legge di stabilità con lo scoglio della seconda rata dell'Imu - Letta si dice determinato ad andare avanti. «Sapevo che le larghe intese sarebbero state difficili - spiega - ma è novembre e siamo ancora qui. E penso che l'Italia abbia bisogno che continuiamo il lavoro fatto fino ad ora».

In Italia scoppia lo «steelgate»
La sortita del premier non passa però inosservata e mentre lui incontra il primo ministro irlandese Enda Kenny a Dublino, in Italia scoppia lo «steelgate», come lo definirà in serata lo stesso Letta su Twitter. Beppe Grillo crea subito l'hashtag #balledacciaio, pubblicando sul suo blog un «breve compendio per i più distratti», mentre il capogruppo dei deputati Pdl, Renato Brunetta ironizza: «Gli operai dell'Ilva, se potessero, gliele fonderebbero all'istante». E Sandro Bondi si augura che i ministri pidiellini prendano le distanze. «Non mi risulta - dice - che Berlusconi sia un avversario, bensì il leader politico che lo ha indicato e scelto alla guida di un governo di coalizione».

A Grillo: «Non hai altro da fare?»
Letta replica con un tweet nel quale parla di traduzione idiomatica, conia il termine "steelgate" e a Grillo chiede: «Ma non hai altro da fare?». Intanto a Dublino i temi sul tavolo sono di tutt'altro tenore. Crescita, presidenza europea, lotta alla disoccupazione, unione bancaria. E la «grande notizia» del taglio dei tassi annunciato dalla Bce. «Una scelta importante e positiva - commenta Letta - uno stimolo ad andare avanti, puntando all'uscita dalla crisi passo dopo passo, come stiamo facendo con la legge di stabilità».

Europa, parola chiave «crescita». La Germania? «Capisce e capirà»
Poi l'Europa, con l'Italia che - se il governo proseguirà il suo lavoro - potrà avere un ruolo da leadership con il semestre di presidenza italiano che partirà nella seconda metà del 2014. La parola chiave sarà «crescita», ha assicurato Letta, e il governo che sarà guidato dalla Merkel questa volta non si sottrarrà. «Sono molto fiducioso - ha detto il premier - sul fatto che il governo tedesco che uscirà dal negoziato sulla grande coalizione sarà con noi sulla strada di una legislatura per la crescita. Anche la Germania capisce e capirà che è necessario che l'intera Ue cresca». Anche perchè, «se il resto dell'Ue va male tranne la Germania, non conviene neppure a Berlino».

Expo volano di crescita e occupazione
Letta ha poi espresso anche su Twitter la sua soddisfazione per avere «convinto l'Irlanda a partecipare a Expo 2015» e la sua gratitudine al premier Enda Kenny. «Sempre più determinati a farne volano di crescita e occupazione», ha assicurato.

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