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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2013 alle ore 06:50.

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CAGLIARI
Liberare il Paese e in particolare il Mezzogiorno dall'oppressione fiscale e dall'incertezza normativa per far nascere nuove imprese, salvare quelle esistenti e attrarne se possibile di nuove. Sono le richieste dei giovani imprenditori di Confindustria riuniti a Cagliari per l'annuale appuntamento con il convegno interregionale " We Love Sud" organizzato dal Comitato Mezzogiorno dei giovani di Confindustria.
Una giornata dedicata agli approfondimenti su diversi temi proponendo "Idee per il vento della ripresa" (tema del convegno), ma insistendo su questioni ormai irrinviabili. Come spiega il presidente dei giovani di Confindustria Sicilia Silvio Ontario: «Salvare il tessuto delle Pmi e rilanciare le nuove imprese».
Un tema rilanciato con forza dal presidente del Comitato Mezzogiorno dei giovani confindustriali Giovanni Soffietti: «Sono necessari – dice – sburocratizzazione e detassazione degli investimenti nelle giovani imprese per tre anni. per tre anni non per l'eternità. Perché è arrivato il momento di cancellare tasse e burocrazia per i giovani che desiderano intraprendere». Insomma, liberare l'economia dalla morsa e fare in modo, dice Soffietti, che «i dipendenti pubblici lavorino a favore del paese, delle imprese, della libera iniziativa» e chiude: «Chiudiamo le fabbriche di leggi e semplifichiamo i regolamenti». Non giocando certo in difesa ma indicando una prospettiva che vale per il Paese ma amaggior ragione per il Sud.
«Tutti parlano di crescita – interviene Jacopo Morelli, presidente dei Giovani di Confindustria e vicepresidente dell'associazione imprenditoriale –, ma la strada è una sola: rafforzare la capacità di competere delle imprese soprattutto sui mercati internazionali e dall'altro intervenire sulla domanda. Per far questo è necessario alleggerire la pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle imprese. E poi bisogna a vere una strategia per attrarre nuovi investitori: bisogna superare l'incertezza del diritto e delle regole. Con chi investe lo Stato dovrebbe siglare un patto che preveda l'alleggerimento della pressione fiscale per cinque anni».
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