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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2013 alle ore 18:44.

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(Reuters)(Reuters)

In un recente articolo online per il Roosevelt Institute, l'editorialista economico Mike Konczal ha detto più o meno tutto quello che bisognava dire sulle cause di fondo della complessità della riforma sanitaria di Obama, complessità che a sua volta è all'origine dei problemi tecnici che stanno guastando questa fase di avvio. L'Obamacare non è complicata perché i programmi di assicurazione sociale pubblica siano complicati di per sé: la previdenza sociale e il Medicare (l'assistenza sanitaria pubblica per gli anziani) sono semplici nella loro struttura. Come scrive Konczal, la riforma sanitaria è complicata perché le resistenze politiche avevano reso impossibile introdurre un sistema ad assicuratore unico.

È stato chiaro fin da subito che la riforma aveva creato una sorta di «macchina di Rube Goldberg», un congegno complicato per simulare, più o meno, i risultati dei sistemi ad assicuratore unico, ma tenendo dentro le compagnie assicurative private e contenendo i costi complessivi per lo Stato centrale con sostegni differenziati in base al reddito. Non significa che sia impraticabile: le «borse» dei piani sanitari nei singoli Stati stanno funzionando e i problemi del sito healthcare.gov probabilmente verranno risolti prima che tutta la faccenda si metta in moto. Però questa complessità ha accresciuto di molto le probabilità di un debutto caotico.

Konczal quindi ha ragione quando dice che i problemi di implementazione non stanno portando alla luce difetti di fondo del concetto di assicurazione sociale: quello che stanno portando alla luce in realtà è il prezzo che paghiamo per continuare a tenere dentro le compagnie assicurative a dispetto della loro limitata utilità.

Tutto questo vuol dire che i progressisti avrebbero dovuto insistere su un sistema ad assicuratore unico oppure niente? No. Il sistema ad assicuratore unico era un risultato irraggiungibile, in parte per la forza della lobby delle assicurazioni e in parte perché gli elettori non avrebbero accettato un sistema che eliminava la loro copertura esistente sostituendola con qualcosa di ignoto. Sì, l'Obamacare è un accrocco un po' macchinoso, ma se è quello che serviva per dare copertura sanitaria ai non assicurati, evviva l'Obamacare.

E anche se questa partenza raffazzonata dà sui nervi (potete annoverarmi fra quelli che pensano che la sinistra renderebbe miglior servizio alla sua causa se ammettesse il pasticcio, invece di cercare di negarlo), restano alte le probabilità che la riforma funzioni e faccia dell'America un posto migliore.

Chi disprezza compra
La posizione dei Repubblicani sulla riforma sanitaria mi fa pensare a quella vecchia battuta su due vecchie signore che si lamentano del vitto in un albergo.
Signora 1: «Il cibo qui è terribile, è immangiabile!».
Signora 2: «E le porzioni sono piccolissime!».
Repubblicano 1: «L'Obamacare è schiavitù!».
Repubblicano 2: «E iscriversi è difficilissimo!».
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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