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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2013 alle ore 07:14.

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Nel Lazio abita il 9% degli italiani: la Regione, però, accumula da sola il 25% dei debiti complessivi accumulati dai Governatori nel nostro Paese, un fardello che a Roma costa 900 milioni di euro all'anno solo di ammortamenti. Il Veneto, che amministra 700mila persone in meno rispetto al Lazio, ne spende un decimo.

Bastano questi due dati a certificare al di là di ogni dubbio il gigantismo del passivo accumulato negli anni dalla Regione: una mole, quella del passivo laziale, che non si può spiegare solo con i (purtroppo) canonici disallineamenti fra le entrate a singhiozzo e le spese fisse, che caratterizzano ormai tutte le amministrazioni territoriali italiane. Una montagna così stellare si spiega solo con il fatto che, per lunghi anni, i programmi di spesa si sono disinteressati della reale disponibilità delle risorse, e sono stati finanziati a debito scaricando il problema sul futuro. Un futuro, che però, è arrivato, e presenta il conto alla Regione e, soprattutto, ai suoi contribuenti.

Per quanto enorme, però, il debito finanziario propriamente detto non è l'unico record della Regione Lazio, che accanto a mutui e obbligazioni ha accumulato una massa quasi equivalente di debiti "commerciali". Tra residui passivi (pagamenti impegnati ma non realizzati) e perenti (cioè anche scaduti, ma comunque da onorare) il consuntivo 2011 della Regione conta 12,4 miliardi, facendo volare il passivo totale a 4.005 euro per abitante: il Veneto è fermo poco sopra quota mille euro e la Lombardia, che è grande il doppio, si attesta a 516 euro pro capite.

Anche su questo versante, la prova del nove è semplice da produrre: il decreto "sblocca-debiti" ha messo in circolo 15,4 miliardi per disincagliare i pagamenti arretrati delle Regioni (e altri 5 per la sanità). Questo meccanismo si è tradotto in 9,2 miliardi di anticipazioni di cassa da parte del ministero dell'Economia e della Cassa depositi e prestiti: si questi, 3,02 miliardi (cioè il 33% del totale) sono arrivati nel Lazio. Le anticipazioni, però, naturalmente non sono gratis, perché rappresentano un prestito da rimborsare: in italiano, anche questo si chiama debito.

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