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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2013 alle ore 17:17.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2013 alle ore 21:07.

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Se sulla casa le distanze tra Pdl e Pd restano grandi, c'è accordo invece sull'estensione della no tax area. Due emendamenti alla legge di stabilità, uno proveniente dalle file del Pdl (prima firmataria Anna Cinzia Bonfrisco), l'altro da quelle del Pd (primo firmatario Giancarlo Sangalli) prevedono di innalzarla fino a 12mila euro (dagli 8mila attuali), in un'ottica di rimodulazione del cuneo fiscale. Le coperture arriverebbero dai tagli di spesa delle amministrazioni pubbliche. In particolare da un tetto del 70% alle spese delle amministrazioni pubbliche.

La modifica sarebbe però estremanente onerosa. Basti pensare che il solo ipotizzato innalzamento della no tax area dagli attuali 8mila (7.500 euro per i pensionati) 9mila euro costerebbe 4 miliardi. Secondo la relazione tecnica a uno degli emendamenti la copertura di circa 1,8 miliardi non considera «la perdita di gettito dei comuni e delle regioni per effetto della riduzione delle entrate relative alle addizionali comunali e regionali all'Irpef».


Fassina boccia ampliamento no tax area: ipotesi molto costosa
Un alt autorevole arriva dal viceministro dell'Economia Stefano Fassina (Pd), che frena: «È presto - dice - per parlare di intesa tra Pd e Pdl sull'ampliamento della 'no tax' area per i redditi fino a 12mila euro». Fassina in realtà boccia l'idea, definita «molto costosa e non è finalizzata soltanto ai redditi più bassi» perché ne beneficerebbero anche i più ricchi. Le «poche risorse» a disposizione, osserva, «le dirotterei su quella parte di lavoratori e famiglie più in difficoltà» mentre «aumentare la 'no tax areà vuol dire darle anche a chi ha un milione l'anno. Non mi sembre una priorità».

Obbligo di Opa con il "controllo di fatto"
In base a un emendamento bipartisan, l'obbligo di Opa scatterà per «chiunque acquisisca», anche attraverso un'azione di concerto, «il controllo di fatto della società», qualora «la partecipazione acquisita dia diritti di voto inferiori al 30% del capitale ordinario, purché superiore al 15 per cento». L' emendamento, a prima firma del senatore Massimo Mucchetti (Pd), è stato sottoscritto anche dai presidenti dei senatori del Pd, Luigi Zanda, e del Pdl, Renato Schifani, ma anche dai senatori del Pdl Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Paola Pelino, del Pd Valeria Fedeli, Linda Lanzillotta, Mauro Maria Marino, della Lega Nunziante Consiglio, e di Sel, Loredana De Petris (Misto).

Oltre 3mila emendamenti presentati
In tutto le proposte di modifica alla legge di stabilità arrivare alla commissione Bilancio del Senato sono state 3.093, oltre 2mila delle quali arrivate dai partiti della maggioranza: 992 emendamenti dal Pd, 814 dal Pdl, 166 da Scelta civica. Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda ha però già fatto sapere che il gruppo non sosterrà l'80% degli emendamenti alla legge di stabilià presentata dai singoli senatori. La commissione dovrebbe concludere l'esame dell'ex Finanziaria entro il 15 novembre. Il 18 avrà inizio la discussione in Aula che dovrebbe concludersi con il via libera il 22 novembre.

Relatore del Pdl: sanatoria fiscale per debiti fino al 2012
Sanatoria fiscale e contributiva in arrivo per i debiti pregressi fino al 31 dicembre 2012. Un emendamento del relatore del Pdl, Antonio D'Alì, sottoscritto dal collega di partito Andrea Mandelli, prevede l'estinzione del debito per «carichi inclusi in ruoli emessi da uffici statali, regionali ed enti locali, e previdenziali e affidati ai concessionari dei relativi servizi di riscossione fino al 31 dicembre 2012», senza interessi di mora e sanzioni, ma con il pagamento dell'80% dell'imposta iscritta a ruolo.

Pdl, 800 milioni da rottamazione cartelle
Rottamare le cartelle di Equitalia, per avere subito 800 milioni da destinare al cuneo fiscale e alle pensioni. Lo prevede un emendamento alla legge di stabilità firmato da Antonio D'Alì e Andrea Mandelli.

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