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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2013 alle ore 06:44.

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Dovrebbe essere l'alluminio il metallo più interessato dalla revisione delle regole sulle movimentazioni nei magazzini del London Metal Exchange (Lme). Con la decisione di mettere mano al problema delle lunghe code in uscita dai depositi, la Borsa londinese ha mostrato i muscoli nell'intento di guadagnare credibilità sul mercato. Mesi fa Charles Li, ceo dell'Hong Kong Exchanges & Clearing, nuovo proprietario dell'Lme, aveva promesso di «usare il bazooka», affermazione allora sorprendente, ma che oggi nei fatti si rileva premonitrice.
Il cambiamento radicale è l'aver imposto un limite di 50 giorni alle attese per ritirare metallo dai magazzini, mentre in origine si erano considerati 100 giorni. In aggiunta l'Lme ha preannunciato azioni disciplinari verso ciò che possa essere considerato come potenziale manipolazione. I meno soddisfatti delle nuove regole sono i produttori di alluminio, che si erano espressi per il mantenimento della situazione attuale e che sono stati ignorati. Ma anche molti utilizzatori, come Novelis e MillerCoors dell'Aluminum User Group, si lamentano perché avrebbero preferito l'eliminazione completa delle code.
I magazzini più interessati dalle misure, in vigore dal 1° aprile 2014, sono quelli di Detroit e di Vlissingen, che custodiscono rispettivamente 1,4 e 2,1 milioni di tonnellate di alluminio e dove si registrano attese intorno a 18 mesi. Per rispettare il limite di 50 giorni di coda, una massa di metallo potrebbe essere parcheggiata in magazzini extra Lme oppure trasferito in depositi Lme con code inferiori ai 50 giorni. Molto alluminio potrebbe quindi non essere più "visibile", andando ad aggiungersi ai 6-7 milioni di tonnellate che si stimano giacenti in magazzini non Lme, ma continuando comunque ad essere utilizzato per accordi di finanziamento, come avviene oggi per via dell'alto contango: il contratto a tre mesi vale oggi circa 44 $ più di quello cash, ossia quasi il 10% su base annua.
L'Lme sostiene di aver scelto un limite di 50 invece che 100 giorni di attesa perché in questo modo il metallo verrebbe reso disponibile entro i tempi di rifornimento degli utilizzatori. Molti si chiedono perché non si sia optato per un limite ancora inferiore, ma l'Lme ha detto che terrà sotto osservazione la soglia dei 50 giorni riservandosi di ridurla se si verificasse un maggior interesse a usare l'Lme come fonte di rifornimento.
L'obiettivo delle nuove regole è chiaramente indirizzato a ridurre il premio sopra la quotazione contanti, che per acquistare metallo fisico nel caso dell'alluminio aveva raggiunto il 15% del valore Lme. In verità un grosso calo dei premi si era già visto dopo il 1° luglio, quando era stata annunciata la revisione delle regole, ma in seguito c'è stata una risalita e di certo c'è spazio per nuove riduzioni.
Sul fronte fondamentale le nuove regole dovrebbero portare i gestori dei magazzini Lme a non offrire più incentivi per attirare metallo, influenzando probabilmente anche la condotta di produttori quali Alcoa e Rusal, che in passato avrebbero consegnato alluminio direttamente nei magazzini. Tutto ciò secondo alcuni analisti dovrebbe spingere i raffinatori ad alto costo a tagliare la produzione, azione che in teoria dovrebbe concretizzarsi qualora il prezzo complessivo dell'alluminio (quotazione Lme più premio) dovesse mantenersi per un considerevole periodo sotto 1.900 dollari.
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