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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2013 alle ore 08:11.

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Alex Corretja rimane l'ultimo spagnolo (nonché il secondo nell'intera storia del tennis) ad essere riuscito a sollevare il trofeo del Masters. Di tutti i tennisti iberici, proprio lui che di veramente importante ha vinto soltanto quel titolo, resta forse l'unico a detenere un record che Nadal non ha ancora potuto scalzare. Altri campioni, ben più forti del giocatore di Barcellona, hanno visto i loro primati raggiunti e allegramente surclassati dal mancino di Manacor.

Che cosa volete che siano le coppe (una a testa) del Roland Garros vinte da Carlos Moya o da "Mosquito" Ferrero in confronto ai trionfi parigini di Rafa? O il trofeo degli Us Open conquistato da Orantes. Perfino i quattro Slam del leggendario Santana sembrano scomparire davanti alla collezione di tredici major del maiorchino. Corretja, invece, continuerà a portare la bandiera dell'ultimo iberico vincitore, nel 1998, del Masters…
Il sogno di Nadal di accaparrarsi quell'unico titolo davvero importante che ancora gli sfugge si è infranto, ieri sera, sotto i colpi di un Djokovic implacabile. Dopo aver superato per la prima volta in carriera Roger Federer su di un campo indoor, Rafa pareva pronto ad andare a segno anche sulla superficie meno adatta al suo gioco. Invece, in finale, si è trovato di fronte un avversario capace mettere a segno più del doppio dei suoi vincenti (19 a 9) commettendo addirittura due errori non provocati in meno di lui (21 a 23) e di conquistare ben 14 punti su 19 discese a rete. Sono i numeri di un match senza storia, durante il quale l'iberico non ha mai dato l'impressione di poter ribaltare i rapporti di forza in campo.

Partito subito fortissimo, Nole è immediatamente volato sul 3/0, guadagnandosi addirittura un palla per il 4/0. Fallita l'occasione di un pesantissimo doppio break in apertura, il serbo ha, però, dovuto subire la reazione del maiorchino che lo ha rimontato fino al 3/3. Ma proprio quando la partita sembrava riaprirsi, Nole ha cambiato di nuovo marcia e ha messo a segno tre giochi consecutivi, chiudendo il primo set per 6/3. Unico padrone del campo, il campione di Belgrado faceva correre Rafa da una parte all'altra come un tergicristallo, fulminandolo ripetutamente con colpi che andavano a spolverare le righe. In realtà, Nadal non poteva spezzare un simile incantesimo per la stessa ragione che lo aveva portato a macinare un avversario dopo l'altro sui polverosi campi del Roland Garros.

Il terribile top-spin di dritto dello spagnolo che spinge i rivali oltre la riga di fondo sulla terra, e che li tiene ugualmente a bada anche su altre superfici (come, per esempio, il cemento), risulta molto meno incisivo sui rapidi campi indoor. In un mondo di tennisti sempre meno abituati a giocare sul veloce può sembrare una cosa da poco. Ma quando dall'altra parte della rete c'è uno come Djokovic, quel tipo di colpo diventa un'arma spuntata. La pallina arrotata tende, infatti, a schizzare via e non rimbalza alta come sulla terra (o , in misura minore, sul cemento). Consapevole di questo, Nole si avventava sui top-spin di Rafa, anticipandoli e schiacciando la palla quasi come se stesse giocando a ping pong, comandando sistematicamente lo scambio e facendo un passo avanti ad ogni colpo. Il risultato era che Nadal arretrava e Djokovic avanzava, lo spagnolo correva da una parte all'altra e il giocatore di Belgrado stava in mezzo al campo a comandare il gioco.

Uno schema che non è cambiato nel corso di un secondo set prolungato soltanto dall'orgoglio di Rafa che, prima di arrendersi ha annullato due match-point, portando a casa un game in più rispetto alla prima frazione, senza, tuttavia, riuscire ad impedire a Novak di chiudere l'incontro con il punteggio di 6/3, 6/4 in poco più di un'ora e mezza.
Nadal, nonostante la sconfitta, chiude un anno memorabile al primo posto del ranking Atp. Djokovic, dal canto suo, si porta a casa il terzo Masters, come Becker e McEnroe, e lo fa senza aver perso un solo match nel corso del torneo. Si aggiudica il 41esimo titolo in carriera, raggiungendo Stefan Edberg, e porta a 22 la striscia di incontri consecutivi vinti. La sua ultima sconfitta risale al 9 settembre nella finale degli Us Open quando, guarda caso, dall'altra parte della rete c'era un certo Rafa Nadal…

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