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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2013 alle ore 13:32.

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Chi doveva vigilare sulle attività di Fondiaria-Sai, le assicurazioni della famiglia Ligresti, era stato corrotto dallo stesso Salvatore Ligresti. È questa l'accusa che la procura di Milano ipotizza nei confronti dell'ex presidente dell'Isvap (oggi Ivass), Giancarlo Giannini, nell'avviso di conclusione delle indagini nel quale i pm Luigi Orsi e Alfredo Robledo contestano allo stesso Gianinni il reato di corruzione in concorso con Ligresti.

Secondo la procura, Giannini «aveva improntato la funzione di vigilanza» nei confronti di Fonsai «in modo tardivo e inefficiente» in cambio della promessa da parte di Ligresti della nomina a presidente dell'Antitrust una volta terminato il suo incarico al vertice dell'Isvap.
I pm distinguono due periodi nel comportamento dell'ex presidente dell'istituto di vigilanza sulle assicurazioni. Nel primo, tra il 2002 e l'agosto del 2010, Giannini avrebbe disposto che «l'Isvap non effettuasse alcuna ispezione nei confronti della vigilata società» (cioé Fonsai), al fine di «ricevere» da Salvatore Ligresti «la promessa di ottenere una volta scaduto dall'incarico di presidente dell'Isvap, l'incarico di presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato». Nei suoi interrogatori Ligresti avrebbe affermato di aver contattato il presidente del Consiglio dell'epoca, e cioé Silvio Berlusconi, per onorare la promessa fatta a Giannini, peraltro senza alcun esito. Ma tanto basta a far scattare per l'ex presidente dell'Isvap l'ipotesi di reato di corruzione in concorso con Ligresti.

Come ricostruito nell'inchiesta di Alberto Grassani pubblicata dal Sole 24 Ore nel maggio 2013, l'ispezione su Fonsai arrivò soltanto nel 2010, a un anno di distanza da quando il dirigente dell'Area vigilanza dell'Isvap, Giovanni Cucinotta, l'attuario incaricato di Fondiaria-Sai, Fulvio Gismondi, e il responsabile dell'Ispettorato dell'istituto, Ignazio Bertuglia, avevano segnalato le anomalie nelle riserve sulla Rc auto di Fonsai relative al 2008. La procura si riferisce a un'ispezione generale su Fondiaria-Sai, che sarebbe stata disposta «tardivamente» nell'ottobre 2010 e «inizialmente centrata sulla governance e successivamente, il 28 dicembre 2010, estesa al tema delle sole Rc auto».

I funzionari dell'Isvap avrebbero anche proposto di monitorare gli investimenti immobiliari di Fonsai e le operazioni con le parti correlate. Si tratta delle operazioni che negli ultimi anni hanno drenato soldi dalle casse del gruppo assicurativo a vantaggio delle società della famiglia Ligresti e sulle quali sta indagando la procura di Torino. Ma Giannini avrebbe bloccato le ispezioni e le possibili nuove indagini intimando ai suoi funzionari di raccogliere ulteriori elementi. E così, invece di rivolgersi alla magistratura, nel 2011 Giannini si limita a inviare una "nota di rilievi" a Fonsai, seguita qualche mese dopo da una ulteriore richiesta di chiarimenti. Per otto anni, dunque, Giannini avrebbe "coperto" le anomalie in Fonsai che, invece, i suoi funzionari avevano riscontrato. Per otto anni, stando alle accuse della procuira di Milano, i Ligresti hanno potuto gestire del tutto indisturbati il gruppo assicurativo senza nessun intervento da parte di chi aveva il dovere di controllarli.

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