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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2013 alle ore 13:44.
L'ultima modifica è del 13 novembre 2013 alle ore 20:26.

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La Commissione europea ha annunciato oggi l'avvio di una procedura, lunga e dall'esito ancora incerto, ai danni della Germania, annunciando la preparazione entro la primavera di una analisi approfondita sullo straordinario surplus delle partite correnti tedesche. La questione è politicamente significativa in un contesto in cui la Germania è accusata di esportare senza consumare, di vendere senza investire, contribuendo alla crisi economica del Sud Europa.

"Abbiamo deciso di preparare una analisi approfondita su potenziali squilibri in 16 paesi – ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso –. Tra questi anche la Germania a causa di un surplus delle partite correnti persistentemente elevato (…). Dobbiamo capire se questo attivo ha un impatto negativo sul funzionamento dell'economia europea, anche se siamo consapevoli che il surplus tedesco riguarda il rapporto commerciale della Germania con il mondo, non con la zona euro".
Recenti dati hanno messo in luce che dal 2007 la Germania ha un surplus delle partite correnti a livello mondiale vicino al 7,0% del prodotto interno lordo. Il dato relativo alla zona euro era appena al 2,5% del Pil nel 2012. Insieme alla Germania, la Commissione ha individuato potenziali squilibri macroeconomici anche in Francia, Spagna, Slovenia, Ungheria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Malta, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Lussemburgo, Croazia e Italia (a causa del suo elevato debito pubblico).

Nuovi strumenti in mano all'esecutivo comunitario consentono a Bruxelles di raccomandare la correzione di eventuali squilibri macroeconomici. Tra questi anche partite correnti con un surplus o un deficit superiore al 6% del Pil. Nel 2012, la Commissione aveva messo sotto osservazione potenziali squilibri macroeconomici in una decina di paesi dell'Unione, tra cui sempre l'Italia a causa del suo elevato indebitamento pubblico, ormai a un livello superiore al 130% del Pil.

La scelta di avviare una procedura ai danni della Germania è politicamente significativa, anche se in ultima analisi molto dipenderà dalla valutazione che la Commissione farà alla conclusione dei suoi lavori. La crisi debitoria ha creato non poche tensioni tra gli stati membri. Molti paesi accusano la Repubblica Federale di non fare abbastanza per aiutare i partner a uscire dalla crisi economica. Tra le accuse anche quella di esportare senza consumare, penalizzando le esportazioni dal Sud.

La questione è controversa. Da un lato la Germania consuma poco rispetto ad altri paesi per motivi sociali. Il paese sta attraversando una grave crisi demografica e soffre più di altri dell'incertezza politica ed economica. Il limitato surplus delle partite correnti tedesche nei confronti degli altri paesi della zona euro riflette il fatto che molti partner europei, tra cui l'Italia, sono fornitori della Germania e hanno registrato un aumento delle loro esportazioni verso la Repubblica Federale negli ultimi anni.
Ciò detto, è anche vero che alcuni settori dell'economia tedesca sono protetti. Come ha spiegato oggi Barroso, maggiore concorrenza nei servizi aprirebbe il mercato tedesco ad attori stranieri e darebbe nuova linfa alla domanda interna, aiutando in ultima analisi l'economia dei partner europei della Germania. Il commissario agli affari monetari Olli Rehn ha definito oggi il dibattito sull'attivo delle partite correnti tedesco "animato e semplicistico", "eccessivamente politicizzato".

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