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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2013 alle ore 18:14.
L'ultima modifica è del 14 novembre 2013 alle ore 18:52.

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«L'Italia ce l'ha fatta da sola e ce la fa da sola, ed è per questo che ora può chiedere con forza una svolta dell'Europa sulla crescita». È il messaggio che il premier Enrico Letta ha lanciato intervenendo a Lipsia al congresso della Spd tedesca.

Carte in regola l'anno prossimo
Letta ha ricordato che nel secondo semestre dell'anno prossimo, quando all'Italia toccherà la presidenza del Consiglio Ue «saremo in grado di avere le carte in regola».«L'obiettivo che intendo portare avanti con determinazione - ha spiegato Letta - è di avere per la prima volta nello stesso tempo il debito pubblico che scende, il deficit per il terzo anno di seguito sotto il 3%, la spesa pubblica primaria finalmente in calo, le tasse sulle famiglie finalmente in discesa e il segno più davanti alla crescita fino all'obiettivo dell'1 per cento l'anno prossimo»

L'Italia ce l'ha fatta senza aiuti
Il premier ha poi ricordato che l'Italia non ha chiesto aiuti alla comunità internazionale, combattendo la crisi con le sue forze. «Non abbiamo chiesto niente a nessuno - ha detto - neanche un euro». Anzi, ha ricordato, l'Italia ha contribuito al fondo salva-Stati con 54 miliardi di euro, a fronte dei 61 della Francia e degli 81 della Germania, Paesi con economie più grandi della nostra. «Dobbiamo togliere l'immagine, lo stereotipo che l'Italia sia un Paese assistito», ha sottolineato Letta nel suo intervento.

Una legislatura per la crescita
E ha ricordato che «l'Italia è un paese dal cui successo o insuccesso può dipendere una parte dell'uscita dalla crisi della Ue». Italia, Germania e la Francia, tre paesi fondatori dell'Ue, «hanno doveri di solidarietà e responsabilità globale». Il premier ha perciò aggiunto che «abbiamo bisogno che l'Europa faccia partire la legislatura della crescita, la lotta alla disoccupazione e alla disuguaglianza».

Rischio parlamento più antieuropeo della storia
Senza una politica comune per la crescita e contro le disuguaglianze rischieremo infatti di avere «il parlamento europeo più antieuropeo della storia», ha detto Letta riferendosi alle elezioni europee del 2014. Perciò, «non possiamo più sbagliare come ha fatto l'Europa nei primi anni della crisi».

Puntare su ricerca e innovazione
In un messaggio per l'inaugurazione del primo anno accademico del Gran Sasso Science Institute, avvenuta all'Aquila Letta aveva invece assicurato sulla necessità di puntare sugli investimenti nella ricerca per assicurare una crescita non effimera. «Abbiamo tutti la responsabilità di dimostrare con i fatti che agganciare una ripresa duratura vuol dire anzitutto puntare su istruzione e ricerca. Vale per l'attività del Governo di questi mesi: abbiamo ripreso a investire, in particolare con il decreto "L'istruzione riparte", approvato in Parlamento proprio la scorsa settimana».

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