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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2013 alle ore 06:45.

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Non vi preoccupa la possibile reazione dei vostri clienti che esigono privacy e ritengono sacro il rispetto dei dati personali?
Molto sta cambiando sul tema della conformità fiscale e nell'atteggiamento dei Paesi interessati. Come gli altri Stati scontiamo un esodo del "fiscalmente non dichiarato", ma contemporaneamente il Liechtenstein beneficia di un nuovo e diverso flusso di denaro. La posizione annunciata oggi ancora una volta sottolinea che la rotta del Principato dà conto delle richieste degli Stati partner e delle legittime esigenze della clientela. Siamo convinti che questo approccio rivolto al futuro insieme alla stabilità politica ed economica, leggi liberali e all'alta qualità dei servizi continui a fare del Liechtenstein una piazza finanziaria altamente attrattiva. La riservatezza dei dati personali è l'obiettivo primario, vogliamo rimanere un attraente centro finanziario con un alto grado di professionalità, stabilità e certezza del diritto. Continueremo a tenere conto degli interessi dei clienti nel rispetto delle leggi e delle norme di legge.
Per quale ragione un investitore dovrebbe restare nel Principato invece di cercare altri nuovi "paradisi"?
Il Liechtenstein è un centro finanziario che offre certezze. Un servizio completo per clienti facoltosi è e rimarrà una competenza di base del settore finanziario del Principato. Il Paese ha vasta competenza particolarmente rivolta a situazioni complesse e sfidanti e i clienti continueranno a beneficiarne. La nostra piazza si distingue per decenni di esperienza nella strutturazione, nella gestione degli asset e nella pianificazione ereditaria.
Che messaggio manderebbe ai clienti italiani?
Il Liechtenstein continuerà a proteggere gli interessi legittimi di clienti e investitori della sua piazza finanziaria. Il nostro Paese rafforzerà di più le relazioni con l'Italia. Questo assicurerà ai clienti italiani certezza del diritto e una partnership di fiducia.
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LA COLLABORAZIONE FRA AUTORITÀ INTERNAZIONALI
La guerra ai paradisi fiscali
Dopo la grande crisi finanziaria del 2007/08 gli Stati Uniti hanno lanciato la guerra globale all'evasione fiscale dei propri cittadini, dentro e fuori l'Unione. L'amministrazione fiscale ha predisposto uno schema di "collaborazione" - in realtà unilaterale - con i Paesi attivi sulla piazza finanziaria a stelle e strisce denominato Facta (Foreign Account Tax Compliance Act). In sostanza, le banche che si trovano ad operare negli Stati Uniti devono comunicare, a richiesta dell'agenzia fiscale (Irs) i dati della clientela americana, ovunque siano basati conti e depositi.
Gli standard Ocse
Le autorità e le associazioni internazionali, dal Gafi all'Ocse, si ispirano all'approccio americano e stanno allargando la platea degli stati aderenti alla Convenzione sulla doppia imposizione, che comporta tra l'altro l'assistenza amministrativa tra autorità fiscali e cioè lo scambio di dati relativi ai contribuenti.
Lo Scudo italiano del 2009
Solo l'1,6% del capitali esteri dichiarati con l'ultimo Scudo italiano del 2009 (97 miliardi di euro) era basato in Liechenstein, a fronte del 68,8% della Svizzera, del 7,9% del Lussemburgo, del 4,8% di San Marino, del 4,5% del Principato di Monaco.
Attività italiane dichiarate
Le attività dichiarate in Liechtestein dai contribuenti italiani (dato 2012) sono 273 per un importo dichiarato al Fisco italiano di circa 290 milioni di euro.
I problemi negli Usa
LLB, banca del Liechtenstein, è nell'elenco delle banche (quasi tutte svizzere) che sono oggetto di inchiesta penale negli Usa per aiuto all'evasione fiscale.
21
Novembre Il Liechtenstein firmerà la convenzione: previsto lo scambio automatico di informazioni

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