Il ministro: nulla da temere Oggi faccia a faccia con Letta

ROMA
Nessun passo indietro, a meno che a chiederglielo non siano il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, con cui ci sarà incontro oggi stesso. Chiusa in un rigoroso silenzio con la stampa, a chi ieri le ha parlato Annamaria Cancellieri rispondeva di «non aver nulla da temere». «La verità l'ho raccontata tutta in Parlamento» ripeteva il ministro della Giustizia a proposito della sua condotta nella vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti. Dunque, nessuna bugia. Neanche sui suoi rapporti di amicizia con Antonino Ligresti (fratello di Salvatore, ma non indagato), dichiarati apertamente di fronte alle Camere e peraltro noti da tempo.
Caso-Cancellieri, atto secondo. A meno di una settimana dal voto sulla mozione di sfiducia individuale del Movimento 5 Stelle, «Repubblica» dà notizia di una serie di tabulati acquisiti dalla Procura di Torino (ma depositati solo ieri) nell'ambito dell'inchiesta Fonsai, che documentano varie telefonate (mute, perché non se ne conosce il contenuto) tra il marito della Cancellieri e Antonino Ligresti e tra quest'ultimo e il ministro. Caso tutto politico, visto che la magistratura ha escluso la «rilevanza penale» delle intercettazioni e dei tabulati, compresa una telefonata del ministro ad Antonino il 21 agosto scorso, cioè il giorno prima che il guardasigilli venisse sentita a Roma dal procuratore aggiunto di Torino Vittorio Nessi come «persona informata dei fatti». Una telefonata di 7 minuti e mezzo, registra il tabulato, di cui non si conosce il contenuto ma che secondo «Repubblica» smentirebbe quanto dichiarato dal ministro nell'interrogatorio e alle Camere, e cioè che i suoi contatti con i Ligresti, in relazione all'inchiesta e agli arresti, furono solo due: il primo il 17 luglio con Gabriella Fragni (la telefonata di solidarietà) e il secondo il 19 agosto (Antonino le chiede di attivarsi per le condizioni di salute di Giulia e lei chiama i vertici del Dap). Il tabulato dimostra che le telefonate furono tre, l'ultima il 21 agosto nella quale «Repubblica» suppone che il ministro avrebbe potuto concordare con Antonino la versione da dare ai magistrati il giorno dopo sui loro rapporti di amicizia.
Dal fortino inespugnabile di via Arenula, qual era ieri il ministero della Giustizia, trapela però un'altra ricostruzione dei fatti. Anzitutto, in Parlamento il ministro ha esordito dicendo: «Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti», confermando quindi l'esistenza di un rapporto di vecchia data, mai interrotto. Quanto alla telefonata del 21 agosto per «concordare» una versione da dare il giorno dopo al magistrato, questa tesi sarebbe «smentita» dal fatto che il ministro, pur essendo stata avvisata la sera del 21 agosto della visita di Nessi per parlare di cose importanti, non sapeva che sarebbe stata interrogata. Soltanto l'indomani si trovò di fronte un verbale e una richiesta di chiarimento. Non solo. In quell'occasione fu lei a informare il magistrato che la sera prima aveva ricevuto un sms di Antonino per sapere se ci fossero «novità». «Gli ho risposto che avevo effettuato la segnalazione nei termini che ho sopra spiegato, nulla di più» dice a verbale il ministro, senza precisare se la risposta fu data con sms o per telefono. Certo è, però, che i magistrati hanno acquisito i tabulati telefonici (con la telefonata del 21 agosto) soltanto dopo l'interrogatorio, sulla base di un'informativa della polizia giudiziaria che tra l'altro fa riferimento a una delega dei magistrati alla Guardia di finanza del 26 agosto. Insomma, nessuna bugia e nessun mistero.
Ma al di là dei fatti, da palazzo Chigi e dal Quirinale trapela «preoccupazione» per le modalità e i tempi delle notizie di stampa, sebbene Napolitano e Letta siano i principali sponsor della Cancellieri. Oggi il ministro ne parlerà con il premier, alla luce sia dei successivi sviluppi della fuga di notizie dagli uffici giudiziari di Torino sia del clima politico, in particolare dei (mal)umori del Pdl.
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