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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2013 alle ore 10:09.

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Il 15 novembre 2013 sarà considerata la data di nascita dell'Inter indonesiana. L'assemblea straordinaria ha infatti ratificato ieri il passaggio – per circa 250 milioni – del 70% del club alla cordata guidata da Erick Thohir.

Il magnate indonesiano, dopo 18 anni, succede a Massimo Moratti alla presidenza della società nerazzurra. L'ex patron ricoprirà la carica di Presidente onorario ed è uscito anche dal nuovo cda formato dallo stesso Thohir, da Rosan Roeslani, Handy Soetedjo, Thomas Shreve, Hioe Isenta, Angelomario Moratti, che resta vicepresidente, Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto.

Thohir e i suoi storici soci Roeslani e Soetedjo hanno acquistato il 70% dell'Inter attraverso una società veicolo, la "The International Sports Capital consortium" (in cui Thohir ha la quota di maggioranza), pagando 75 milioni di euro e accollandosi debiti per circa 180 milioni. I 75 milioni versati ieri nell'ambito di un aumento di capitale "riservato" sono serviti a incrementare il capitale sociale eroso dalla perdita di 79,8 milioni del 2013, riportandolo da 4,5 a 15 milioni e a costituire riserve per circa 64,5 milioni. Un "tesoretto" cui Moratti dovrà contribuire con un successivo versamento di 25 milioni e che servirà anche a rafforzare la squadra nella sessione invernale del calciomercato.

La valutazione globale dell'Inter ammonta quindi a circa 350 milioni. Questo significa che la quota residua che resta nella disponibilità della famiglia Moratti attraverso la Internazionale holding (pari al 28,3%, mentre l'1,6% resta alla Pirelli e lo 0,1% ai piccoli azionisti) vale un centinaio di milioni. Una somma che Moratti potrà riscuotere quando uscirà definitivamente dalla società nel corso del prossimo biennio. Sperando, peraltro, che in questo periodo sia compiuto oltre che il risanamento dei conti anche il rilancio sportivo del team.

La nuova società, in effetti, sarà alleggerita dai debiti per 180 milioni. Nel bilancio chiuso al 30 giugno 2013 approvato dall'assemblea di ottobre figuravano debiti totali per 432 milioni. In particolare, i debiti verso banche e verso il Credito sportivo ammontavano a 106 milioni, i debiti per crediti ceduti pro-soluto invece pesavano per 50 milioni. Al netto dei crediti (145 milioni), a carico del club, in definitiva, resteranno solo i debiti (circa 100 milioni) collegati all'ordinario funzionamento aziendale.

«Sarà importante per il nuovo management rendere l'Inter una squadra vincente, bella ed entusiasmante da vedere, un club in salute finanziariamente per competere a livello internazionale», ha spiegato Thohir in conferenza stampa, citando i vincoli del fair play finanziario Uefa e la valorizzazione commerciale del brand nerazzurro, tanto in Asia quanto in Nord America, come la stella polare del nuovo corso.

«In questi mesi sono state gettate le basi per l'Inter del futuro grazie a Mazzarri. Nei prossimi 2-3 anni sarà una grande sfida per portarla tra i primi 10 club al mondo», ha aggiunto il neo presidente nerazzurro, che si è concesso un'unica battuta in italiano: «Chi non salta, rossonero è» (dimostrando, insomma, di essersi già entrato nel clima della Serie A).

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