Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2013 alle ore 08:21.

My24





La bellezza perduta di Milano dipende anche dai cittadini



Trovo disgustoso lo stato del piazzale della stazione centrale di Milano. Una volta era la vetrina di Milano, dove da subito il viaggiatore si rendeva conto del carattere della città, con la sobria eleganza del Pirellone. Ora purtroppo è una latrina a cielo aperto.
Alessandra Donati
A me desta ancor più raccapriccio cosa c'è sotto quel piazzale, ossia la stazione della metropolitana. La metropolitana di Milano è complessivamente più che decorosa: solo quella stazione, che è la porta d'ingresso a Milano per milioni di visitatori ogni anno è lasciata in condizioni pietose: gli stranieri, convinti di essere arrivati nella città della moda, del design, del gusto e dell'eleganza si trovano in un clima da capitale comunista di secondo rango negli anni 60.
La questione del decoro urbano viene presa molto sul serio da molte città, anche italiane: esse sanno che il modo in cui si presentano è la prima carta che possono far giocare per convincere che lì val la pena di vivere, di lavorare e di investire.
Milano al decoro ha sempre badato: basti pensare alla leggendaria eleganza dei suoi vigili urbani, alla cura dei giardini, allo scrosciare delle fontane, alla pulizia delle strade. In alcuni di questi servizi mantiene un tratto della passata attenzione; in molti altri ambiti sembra assai decaduta. Pensiamo solo a quell'autentica lebbra urbanistica rappresentata dai graffiti, dai quali Milano resta l'unica metropoli a essere lerciata: senza che, tra l'altro, dopo decenni di vandalismo ed ettari di muri sporcati sia emerso un artista autentico alla Basquiat.
Mi meraviglia molto l'acquiescenza di molti milanesi al fenomeno: vedo spesso opimi condomini ai quali costerebbe assai poco ricoprire alla svelta le scritte, per dissuadere dall'accanimento, e che invece ne sembrano andare quasi fieri.
Insomma, il volto della città non è solo frutto dell'impegno degli amministratori: quando Milano era un modello, nessun cittadino si sarebbe azzardato a gettare una cicca per terra o a passare col rosso. E quindi, per recuperare la sottile bellezza perduta, diamoci da fare anche noi, non limitandoci a mugugnare. Parlando di Milano, Alberto Savinio diceva che l'architettura si specchia nel tempo; parasafrandolo, potremmo aggiungere che a sua volta il tempo si specchia nell'educazione.
Air France si sfila
Air France ha deciso di non sottoscrivere l'aumento di capitale di Alitalia. La decisione di sfilarsi è più di un allarme: è l'ennesima dimostrazione che gli stranieri ci snobbano, non ci considerano per eventuali investimenti. Troppe incertezze, troppi vincoli normativi dissuadono chiunque dal scommettere denari sul nostro territorio. Che amarezza.
C.D.
La condanna del Papa
Papa Francesco ha condannato la corruzione e i corruttori. Ha definito i corruttori il male maggiore, perché sottraggono risorse allo Stato creando solo povertà, quella stessa che ha ricordato nell'incontro con il presidente Napolitano. La denuncia del Pontefice rende ancora più gravi gli atti corruttivi, mentre vi sono pensionati e lavoratori sempre più in povertà. Bisogna stringere le maglie attorno a questi corrotti che avvelenano e rovinano il tessuto del nostro Paese.
Mario De Florio
La missione dell'università
Sabato scorso si è svolto a Pisa un convegno sui libri di testo e le risorse digitali. È intervenuto il ministro della Pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza. Nel suo discorso ha asserito la necessità di «recuperare il dialogo tra scuola e università interrotto da riforme scellerate, da un'idea che si potesse separare l'istruzione secondaria da quella superiore». Eppure è la legge dello Stato che ha orientato la scuola a "sviluppare le capacità e le competenze dei giovani attraverso conoscenze e abilità" mentre la missione dell'università è la trasmissione del sapere.
Enrico Maranzana
Manifestazioni in Libia
La situazione sociale in Libia è drammatica, il nostro Paese non può stare a guardare, occorre programmare un'azione della nostra politica estera. Anche il vice presidente di Eni ha lanciato l'allarme, confermando che i flussi di gas dalla Libia verso l'Italia, attraverso il gasdotto Greenstream, sono stati interrotti per manifestazioni di piazza. È necessario un intervento italiano nella crisi libica, per ricomporre la crisi sociale del Paese africano.
Alberto Calle

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi