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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2013 alle ore 15:25.

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Non è stata una scelta casuale. Per la sua prima conferenza stampa da leader del Nuovo centro destra Angelino Alfano ha scelto la sede della stampa estera. L'ormai ex segretario del Pdl vuole che il suo messaggio per la stabilità di governo nel nome dell'interesse dell'Italia travalichi i confini nazionali.

Così come non casuale, ovviamente, è stata la convocazioone dell'incontro con i giornalisti nel pomeriggio, che gli ha dato modo di ascoltare quel che Silvio Berlusconi aveva detto qualche ora prima al Palazzo dei congressi dell'Eur. Anche Alfano sottolinea che con Fi «siamo nella stessa coalizione», così come aveva detto il Cavaliere. Ma allo stesso tempo rivendica la scelta della rottura «dolorosissima» di allontanarsi dal suo «padre» politico per il bene dell'Italia: «Voteremo contro la decadenza ma siamo convinti che le vicende della decadenza e del governo vadano tenute distinte e separate».
Il vicepremier difende l'azione dell'esecutivo e il ruolo svolto dai ministri del Pdl: «Siamo riusciti a far da scudo a politiche della sinistra, scudo ad una deriva di sinistra per realizzare invece i nostri programmi e per far scudo a scelte ben diverse se realizzate dalla sinistra-sinistra».
Di qui l'ufficializzazione dei gruppi parlamentari e contemporaneamente dei principali obiettivi. A partire dalla durata dell'esecutivo. «Proponiamo un patto agli italiani e alle forze politiche in Parlamento: fra dodici mesi verificheremo – ha detto il vicepremier – se saranno state realizzate le nostre priorità come cambiare la legge elettorale, ridurre la disoccupazione e far scendere il debito», traguardi che non possono essere giudicati dopo soli «sei mesi di governo facendo precipitare il paese in una condizione che aggraverebbe la situazione degli italiani». A chi gli chiede di un possibile rimpasto, risponde con un laconico «si vedrà».

Ora l'attenzione è dedicata interamente al lancio della nuova creatura politica nella quale sono entrati «tutti i ministri» e che in Parlamento potrà contare per il momento su 30 senatori e 27 deputati. I nomi in pole position per guidare il gruppo sono quelli di Enrico Costa alla Camera e Laura Bianconi al Senato.
Nelle prossime settimane – annuncia – Ncd celebrerà una sua convention (probabilmente il 30 novembre) e presenterà anche il simbolo per le prossime competizioni elettorali, a partire dalle europee «dove correremo senza paura». Spande ottimismo Angelino e mostra le spalle larghe sulle possibili alleanze. A partire da quella con i popolari di Scelta civica. Il vicepremier si limita a dire che «la grande coalizione del futuro del centrodestra vedrà ognuno con la propria divisa».
Come Berlusconi anche il suo ex Delfino non chiude a possibili intese con Fi. Ma all'ex premier, che in mattinata lo aveva rimproverato di dar una mano alla sinistra, replica assicurando che «siamo con tutti e due i piedi nel centrodestra», anzi «il futuro» del centrodestra «senza paure né nostalgie».

La rottura del rapporto con il Cavaliere, anzi con il Dottore (così l'ha sempre chiamato), è quello che gli provoca maggiore sofferenza. Ne parla come di un «padre» con il quale a volte «si litiga, verso il quale si nutre sempre «profondo affetto». «Berlusconi mi ha dato tanto, tantissimo ed io credo, nel mio piccolo, di avergli dato tutto», dice con un accenno di commozione. In sala ci sono alcuni dei parlamentari che l'hanno seguito nella nuova avventura a partire dai ministri Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin.
Anche in periferia però la scissione si fa sentire. Dalla Sicilia alla Lombardia, dalla Calabria al Piemonte, dal Veneto al Lazio sono cominciati i trasferimenti verso il Ncd. L'ex governatore lombardo Roberto Formigoni ha annunciato che dei 19 eletti 9 sarebbero già con gli innovatori, che in Sicilia avrebbero invece la maggioranza. Anche in Calabria la situazione è parecchio in movimento. Il governatore Scopelliti è passato con Alfano. Lo stesso sta avvenendo in Abruzzo e anche in Veneto dove il governatore leghista Zaia assicura però che non ci saranno ricadute sulla giunta.

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