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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2013 alle ore 15:57.
L'ultima modifica è del 18 novembre 2013 alle ore 16:04.

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Cambia la mappa del potere finanziario dentro i Sacri Palazzi. Con il nuovo statuto dell'Aif – l'autorità di controllo delle finanze vaticane – perde decisamente potere il presidente dell'ente, il cardinale Attilio Nicora, e prende sempre più peso la struttura tecnico-guiridica, guidata dall'avvocato svizzero Rene Bruelhart. Il nuovo statuto infatti prevede che al presidente sia delegata la presidenza del comitato direttivo e la rappresentanza legale, oltre al potere di firma, mentre in precedenza aveva un più ampio raggio d'azione, potendo sovegliare e promuovere l'attività dell'Aif.

Una modifica resasi necessaria dopo le sollecitazioni di Moneyval, l'organismo del Consiglio d'Europa che vigila sulla compliance dei sistemi finanziari nei confronti delle norme antiriciclaggio e antiterrorismo: nella prima metà di dicembre si terrà una riunione a Strasburgo dove sarà esaminato lo stato di avanzamento dei lavori sulle finanze vaticane dopo che l'esame dell'estate 2012 aveva prodotto una promozione solo parziale. Papa Francesco ha quindi firmato, anche se non risultano da parte sua dei particolari rilievi a Nicora, che invece fu avversato dall'ex segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, in più occasioni.

Uno dei motivi più evidenti dello scontro tra i due porporati (uscito anche in molte carte pubblicate poi su organi di stampa) furono proprio i poteri dell'Aif – la cui presidenza era stata affidata a Nicora da subito, che inizialmente la cumulò con quella dell'Apsa e di membro della commissione cardinalizia dello Ior - nata dalla legge di Benedetto XVI di fine 2010, poteri poi ridimensionati nel gennaio 2012 dal Governatorato a favore della Segreteria di Stato. Fu quello uno dei capitoli iniziali della stagione poi culminata con Vatileaks e la crisi al vertice dello Ior. Poi Nicora fu avvicendato prima all'Apsa e poi allo Ior dal cardinale Domenico Calcagno, considerato molto vicino a Bertone, che per ora conserva la presidenza dell'organismo di indirizzo sulla banca del Torrione.

Al di là delle vicende passate, dentro le mura leonine si ricorda come fosse necessaria una diversa governance dell'Aif, a cui le nuove norme varate da Bergoglio in agosto e ottobre affidano grandi poteri, a partire da quello fino ad ora sconosciuto in Vaticano della "vigilanza prudenziale". Questa decisione tuttavia non incide su quanto poi il papa deciderà in futuro sull'intero assetto delle finanze pontificie: una specifica commissione di laici sta lavorando in questo senso, e una sullo Ior prosegue i suoi lavori sia di indagine che di stesura di ipotesi di riforma, tra cui quella di una la fusione proprio tra lo Ior e l'Apsa, che gestisce il patrimonio immobiliare e un cospicuo pacchetto di investimenti finanziari. Di questi dossier si dovrà occupare il nuovo segretario di Stato, l'arcivescovo Pietro Parolin, che ha preso possesso del suo ufficio proprio questa mattina dopo un periodo di convalescenza seguito all'operazione di urgenza che gli impedi' di esser presente al passaggio di consegne con Bertone il 15 ottobre.

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