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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2013 alle ore 17:58.
L'ultima modifica è del 18 novembre 2013 alle ore 18:43.

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Le prime decisioni politiche dopo il lavoro tecnico della commissione sulla spending review che dovrebbe terminare a fine febbraio «arriveranno a inizio marzo» ma «potranno esserci anche delle proposte che anticipiamo». Lo spiega il commissario governativo per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, nella conferenza stampa al termine del comitato interministeriale sulla spending review, che si è tenuto nel pomeriggio. L'obiettivo del piano di revisione della spesa pubblica ammonta a risparmi per «2 punti percentuali di Pil rispetto al 2013 sull'arco del triennio 2014-2016», ricorda il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.

Piano in due fasi
Il piano prevede due fasi. «Una - afferma il commissario - che parte a inizio dicembre, in cui individueremo le cose che possono essere fatte in tempi più rapidi, con un momento decisionale politico a marzo-aprile. Poi, in tarda primavera-inizio estate ci sarà un nuovo lavoro tecnico», che fornirà degli «input alle decisioni che, a livello politico, devono essere prese nella Legge di stabilita nel 2015».

Dialogo con le parti sociali
«Lavoreremo in stretto contatto e consulteremo frequentemente le parti sociali», assicura poi Cottarelli.

Saccomanni: dall'operazione risorse per alleggerimento pressione fiscale
Il responsabile dell'Economia sottolinea l'unità di vedute all'interno del Governo. «C'è stata una piena condivisione del piano di lavoro preparato dal commissario Carlo Cottarelli e del documento di indirizzo che lo accompagna», chiarisce. «Questi risparmi», quelli cioè provenienti dalla spending review «possono essere utilizzati per coprire delle riduzioni di imposte e questo dovrebbe essere l'obiettivo primario» ma possono essere utilizzati anche per «finanziare investimenti produttivi» o «per ridurre il debito pubblico confluendo nel fondo per l'ammortamento».

Da privatizzazioni e rientro capitali le risorse per contenere il debito pubblico
Saccomanni aggiunge che «l'azione principale di contenimento del debito pubblico verrà dalle privatizzazioni e dalla revisione delle normative fiscali per quanto riguarda il rientro dei capitali ma ci sarà anche un contributo che io spero venga dalla revisione della spesa pubblica. In quanto - conclude - porta a un insieme di azioni che sostengono la crescita economica, che rimettono in moto una maggiore efficienza del sistema».

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