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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 10:42.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 12:59.

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Sono due le ipotesi principali al vaglio degli investigatori dell'Arma che in queste ore stanno ricostruendo la dinamica dell'omicidio avvenuto stamani a Seguro, una frazione di Settimo Milanese (Milano). I colpi sparati nel cortile della ditta di trasporti (che hanno ucciso il titolare e ferito il figlio) potrebbero essere stati esplosi per un regolamento di conti o nel corso di una rapina finita male.

La prima ipotesi si sostiene soprattutto alla luce dei precedenti della vittima: Franco Cangini, 48 anni, titolare dell'omonima ditta individuale di trasporti specializzata nel riciclo di materiali ferrosi e nello smaltimento di rifiuti, aveva infatti precedenti per droga e per smaltimento irregolare di rifiuti, due settori in cui la criminalità organizzata spesso regola col sangue i propri dissidi.

La seconda ipotesi sarebbe suffragata da alcune testimonianze secondo le quali pochi minuti dopo le 7 un'auto guidata da un uomo è entrata nell'azienda con la scusa di comprare o vendere materiali ferrosi. Invece, improvvisamente, dal bagagliaio della vettura sarebbe sceso un uomo armato che insieme al complice alla guida avrebbe minacciato padre e figlio con l'intento di portare via qualcosa. Ma i due avrebbero reagito e ne sarebbe nata prima una colluttazione sfociata nei colpi di pistola. Due hanno raggiunto Franco Cangini ferendolo a morte (è deceduto all'ospedale) mentre un altro ha raggiunto alla spalla il figlio Igor, 21 anni, che si trova ricoverato ma non in pericolo di vita.

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