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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 07:55.

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ROMA
Muovono dalla Lombardia i primi passi del neonato centrodestra di marca alfaniana in cerca di futuri assetti politici. Lì il vicepremier, a pochi giorni dalla scissione, è passato apposta per far visita al governatore Roberto Maroni, leader uscente di una Lega definita dal ministro Maurizio Lupi un «interlocutore privilegiato». E Maroni ricambia l'attenzione confermando l'interesse per il progetto del Ncd che nella sua regione ha spaccato a metà quello che era il vecchio Pdl.
Prove tecniche di alleanze per una formazione giovanissima nata da un rottura dolorosa e alle prese con un grosso carico di incombenze organizzative. Ieri si sono formalmente costituiti i due gruppi parlamentari (Enrico Costa sarà il presidente dei deputati e Laura Bianconi dei senatori) e in settimana è in agenda la prima riunione. Poco ancora sembra deciso della struttura da dare al partito, a parte l'idea di dar vita a una segreteria con responsabilità diverse secondo le materie.
Angelino Alfano a Porta a Porta ha rivendicato nuovamente la decisione presa e dice di non sentirsi un traditore. Forza Italia oggi è il «partito della rabbia». Il clima è dei peggiori. Come a cascata, dall'atto formale di separazione consumatosi sabato scorso al Palazzo dei congressi dell'Eur, le tensioni si vanno scaricando sui posti nel governo e in alcune funzioni parlamentari di rappresentanza. Ha dato il via Sandro Bondi (Fi) attraverso un botta e risposta con Antonio D'Alì (Ncd) nella sua veste di relatore dell'ex Pdl alla legge di stabilità. «Sono certo - è stato l'attacco di Bondi - che il senatore D'Alì avvertirà il dovere di rimettere l'incarico ricevuto dal presidente della commissione Bilancio in quanto appartenente al gruppo del Pdl. Sarebbe un gesto di grande sensibilità politica e istituzionale». Niente affatto replica D'Alì: «Non entro in nessun tipo di polemica, soprattutto con chi conosce la mia correttezza a svolgere incarichi istituzionali. Quella del relatore è una nomina fiduciaria da parte del presidente della commissione (Antonio Azzollini anche lui aderente a Ncd, ndr), non è subordinabile a elementi politici». Di fatto siamo solo alle prime battute di una resa dei conti dall'esito difficile da anticipare, perché gli uni e gli altri sono decisi a darsi battaglia rivendicando per la propria parte le caselle indebitamente ora occupate dagli ex compagni di partito. I nomi su cui si punta lo sguardo sono quelli dei neoforzisti Gianfranco Miccichè e Jole Santelli tuttora sottosegretari nell'esecutivo. O ancora dei presidenti di commissione Daniele Capezzone e Francesco Nitto Palma alla cui elezione, agli albori della riedizione delle larghe intese, ha contribuito anche il Pd.
Sullo sfondo resta ovviamente il problema della decadenza di Silvio Berlusconi reso ancora più incandescente dall'approssimarsi del voto finale. La conferenza dei capigruppo del Senato ha confermato il calendario dei lavori dell'Aula e, quindi, anche il pronunciamento sul Cavaliere previsto il 27 novembre. Se le cose andranno come si prevede, ovvero con l'allontanamento forzato dell'ex premier, per Renato Brunetta non c'è altra via per Forza Italia che passare all'opposizione.
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LE TAPPE
25 ottobre
L'ufficio di presidenza
L'Ufficio di presidenza del Pdl delibera «la sospensione delle attività del Pdl, per convergere verso il rilancio di Forza Italia» sotto la guida di Silvio Berlusconi. I ministri del Pdl non partecipano alla riunione
16 novembre
Il consiglio nazionale
Dopo settimane di trattative tra governativi e lealisti, si tiene il consiglio nazionale che sancisce il ritorno a Forza Italia. Alfano se ne va e forma un nuovo movimento: Nuovo Centro Destra
I nuovi equilibri in Parlamento
Si insediano i nuovi gruppi
Cinquantanove parlamentari in tutto. Si sono costituiti ieri i gruppi del Nuovo centro destra. Alla Camera sono 29 i deputati che aderiscono alla nuova formazione nata dalla scissione del Pdl. Il presidente pro tempore è Enrico Costa. A palazzo Madama invece i senatori del Ncd sono 30. Nel gruppo sono confluiti anche quattro senatori di Gal (Grandi autonomie e libertà): oltre a Laura Bianconi, che ha assunto la presidenza pro-tempore, lasciano anche Paolo Naccarato, Giovanni Bilardi e Luigi Compagna. Il Gal dunque scende a soli sei componenti e potrebbe a questo punto, in base a quanto prevede il regolamento, essere sciolto. A meno di nuovi passaggi dalle fila di Forza Italia.

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