La guerra delle valute passa dal controllo sull'oro. E così che i Paesi (ri)emergenti vogliono fare le scarpe al dollaro
Occidente e Oriente hanno strategie diverse sul metallo giallo. Il primo lo vende, il secondo ne fa incetta. Per rilanciare una nuova valuta di ultima istanza e per arginare il potere del biglietto verde
di Vito Lops
2. L'Occidente snobba l'oro, l'Oriente ne fa incetta: chi avrà ragione?

(Afp)
"L'oro è l'unica moneta, tutto il resto è credito" diceva Jp Morgan. Aveva ragione? La pensano in modo diverso Occidente e Oriente che stanno sposando due strategie contrapposte sull'oro. Come dimostrano gli ultimi dati sulla domanda globale elaborati dal World Gold Council (Wgc). La domanda globale di oro nel terzo trimestre ha accusato una contrazione del 21% tendenziale a 868,5 tonnellate a causa, soprattutto, delle massicce vendite effettuate dagli investitori occidentali che hanno sovrastato la pur robusta domanda arrivata per il metallo "fisico" dall'Asia. Quindi l'Occidente vende e l'Oriente (soprattutto la Cina) compra.Ma come mai? «Il dollaro come valuta di riserva sta vivendo giorni difficili sia per problemi interni (debito in crescita costante, politiche monetarie da anni "stupefacenti", differenze sociali in crescita che prima o poi dovranno essere affrontate seriamente) sia esterni (ruolo di poliziotto del mondo ormai messo in dubbio soprattutto dopoil mancato intervento in Siria rischiando di minare l'equilibrio Usa-Arabia Saudita e dei cosiddetti petrodollari, il caso datagage). Quindi possiamo capire perché alcuni vedono l'oro come l'antidollaro, che prima è stato indebolito ed infine destituito dal suo ruolo naturale attraverso le cosiddette "gold wars" (creazione della Fed 100 anni fa, passaggio al gold exchange standard ed infine interruzione dell'ultimo legame con Nixon che "sospende" la convertibilità del dollaro in oro nel 1971) ma che oggi i cosiddetti riemergenti capeggiati da Russia e Cina vogliono riportare sul legittimo "trono" con l'inevitabile caduta dell'impostore-dollaro», spiega Gabriele Roghi, strategist di Invest banca.
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