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I minori a rischio di Palermo visitano le aziende che lottano contro la mafia

Formazione e lavoro per recuperare i minori provenienti da contesti socio-culturali degradati o da realtà criminali o mafiose.

Insomma: fatti e poche chiacchiere. È con questo obiettivo che il 29 ottobre Palermo ha battezzato l'iniziativa pilota realizzata nell'ambito del progetto europeo Daphne e promossa dalla fondazione Giovanni e Francesca Falcone, insieme a Confindustria Sicilia, Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia, InformaGiovani, Czech Youth Programme, "The Duke of Edinburgh's Awards" (Repubblica Ceca) e la Fundacio Privada Ficat (Spagna). Un percorso che sarà replicato in Spagna e nella Repubblica Ceca.
Il progetto ha coinvolto ragazzi dell'area penale segnalati dall'ufficio di Servizio sociale per minorenni di Palermo e ragazzi dell'associazione Madre Serafina Farolfi, con visite nelle aziende "Salerno Packaging" e "Gallo-SicilGel", impegnate da anni nella lotta alla mafia, e con attività e laboratori presso Confindustria Sicilia.
«Abbiamo portato avanti questo progetto con il convincimento di continuare concretamente, ma con strumenti diversi, il delicato lavoro che svolse il magistrato Francesca Morvillo», ha detto Maria Falcone, intervenuta alla consegna degli attestati ai partecipanti nella sede della fondazione. «La mobilità internazionale, il volontariato e le istituzioni preposte possono fare molto - ha proseguito la sorella del giudice ucciso con la moglie e la scorta a Capaci - in un'ottica di cooperazione e partenariato finalizzato a progetti che coinvolgano attivamente i ragazzi a rischio di devianza per riportarli ad una sana educazione alla legalità».

«Abbiamo subito aderito a questo progetto – ha afferma il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante – perché consapevoli che per sperare in un futuro di legalità sia necessario partire dai più giovani. Confindustria Sicilia combatte giornalmente per diffondere la cultura del rispetto delle regole, convinta che non possa esistere sviluppo senza legalità. Tanta strada è già stata fatta, grazie anche alle associazioni antiracket, ma se il seme dell'etica non viene impiantato nei ragazzi, ogni sforzo risulterà vano. È per questo che non possiamo che sposare ogni progetto che miri al recupero dei minori a rischio e ringraziare chi, come la Fondazione Falcone, si spende quotidianamente per dare un futuro migliore alla nostra terra».

«Il Centro di giustizia minorile di Palermo è fortemente impegnato per la ricerca sul territorio di associazioni – ha concluso Angelo Meli, direttore del Centro di Giustizia minorile in Sicilia - che possano insieme a noi seguire progetti per minori al fine di un concreto reinserimento socio-lavorativo. Ritenendo che solo attraverso il lavoro è possibile dare un segnale concreto per abbattere il fenomeno della recidività. Il progetto che si è avviato alla conclusione è stato perfettamente in linea con questa filosofia di intervento e ha consentito a diversi giovani di essere fruitori di una validissima opportunità».
Un altro seme è stato gettato. Non resta che attendere pazientemente i frutti.

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