Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 17:27.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2013 alle ore 17:32.

My24
(Agf)(Agf)

L'aula della Camera mette il timbro sulla fiducia al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri in un'aula completamente vuota. Quel vuoto sembra rispecchiare il vuoto dell'esibizione politica andata in scena poco prima. È il vuoto di chi non è stato capace di assumersi fino in fondo, e con coerenza, la responsabilità di una decisione, qualunque fosse stata. Il voto finale è bifronte, ambiguo, carico di veleno e di retropensieri. Annamaria Cancellieri rimane al suo posto solo perché - è questa la motivazione risuonata nella maggior parte degli interventi a favore - sfiduciarla sarebbe stato un «attacco politico al governo». Questo ha rimarcato il Pd, tant'è che ora aspetta che il ministro faccia sua sponte un passo indietro, prendendo atto di essere uscita «indebolita» dal test della Camera e di aver, di fatto, «indebolito» anche il governo.

La difesa del Guardasigilli, per quanto puntuale rispetto alle pseudoaccuse più recenti costruite sul nulla giudiziario, non ha fatto breccia in quel muro bipartisan di ambiguità e interessi. Né, d'altra parte, il pat pat che Enrico Letta le ha fatto sulla spalla al termine del suo discorso - letto senza enfasi e ascoltato in un silenzio glaciale - ha consolato e riscattato il ministro per quanto le stava piovendo addosso al di là dei numeri che avrebbero poi respinto la mozione di sfiducia.

Annamaria Cancellieri chiedeva una fiducia piena, ma non l'ha avuta. Se non è caduta è solo perché, in quel contesto, bisognava salvare il governo; ma esce azzoppata da questo passaggio politico parlamentare. Proprio ora che si accinge a presentare, tra domani e dopo, il delicato pacchetto sul carcere, non solo per alleggerire il sovraffollamento ma soprattutto per restituire alla detenzione dietro le sbarre il volto umano che la Costituzione prevede. Una rivoluzione culturale, prima che normativa. Avrà la forza di sostenere questa difficile battaglia, come ha fatto in Francia la collega Christiane Taubira, che Cancellieri ha incontrato subito dopo il voto della Camera? Dovrà misurarsi sul terreno dei reati legati alla droga, dell'immigrazione, della custodia cautelare. Temi a parole da tutti condivisi, ma non nei fatti, visto che la politica è andata in direzione opposta a quella che, adesso, il governo vorrebbe imboccare. Con quali risultati, dopo il voto di oggi, nessuno lo sa.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi