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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 19:54.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2013 alle ore 09:50.

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BRUXELLES – Nel braccio di ferro decennale sulla sede del Parlamento europeo, l'assemblea di Strasburgo ha preso oggi posizione netta. I parlamentari hanno votato a grandissima maggioranza a favore del trasferimento definitivo della sede a Bruxelles pur di mettere la parola fine a un trasloco mensile che costa ogni anno fino a 200 milioni di euro.

L'iniziativa dovrà fare i conti con il fatto che la presenza nella città francese del Parlamento è stata inserita nei Trattati, modificabili solo all'unanimità. La risoluzione parlamentare è stata approvata da 483 deputati sui 658 presenti; 141 parlamentari hanno votato contro, e 34 si sono astenuti. Il Parlamento ha sede a Strasburgo, ma nei fatti si riunisce in sessione plenaria nella città alsaziana solo 12 volte all'anno per sedute mensili di quattro giorni ciascuna. Il resto del tempo i deputati europei sono a Bruxelles, dove lavorano in commissione. Ogni mese i parlamentari fanno quindi una spola di 430 chilometri.

Strasburgo è stata scelta come sede del Parlamento perché simbolo della riconciliazione franco-tedesca. Nel tempo, tuttavia, il ruolo di Bruxelles è cresciuto, anche per via della presenza nella capitale belga della Commissione e del Consiglio. Si stima che il trasferimento mensile dei deputati costi tra 156 e i 204 milioni di euro all'anno. In un libro del 1992, La vie quotidienne au Parlement européen, l'antropologo francese Marc Abélès ne aveva raccontato efficacemente le piccole follie.

La partita è interessante, e non solo perché il voto di oggi punta il dito contro un'anacronistica inefficienza. Giunge mentre il Parlamento sta assumendo un ruolo sempre più influente nel processo decisionale europeo. Finora i governi hanno potuto eludere le sue richieste, ma mentre il peso politico dell'assemblea rispetto al Consiglio sta cambiando rapidamente, è probabile che il voto di oggi non potrà essere completamente ignorato nelle capitali nazionali.

La presenza a Strasburgo della sede del Parlamento è stata inserita nei Trattati su richiesta della Francia. Una modifica richiede l'unanimità dei paesi. "Il Parlamento non vuole accettare questo circo viaggiatore che gli è imposto" dai governi, ha detto il deputato verde tedesco Gerald Hafner. Prima del voto, il ministro del Lavoro francese Michel Sapin, in visita a Strasburgo, ha avvertito: "Naturalmente la Francia non vorrebbe cambiamenti su questo fronte in questo momento".

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