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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 06:48.

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BOLOGNA
L'apertura del ministro Maurizio Lupi a una gara europea per la privatizzazione riaccende le speranze per il Ridolfi di Forlì, che lo scorso marzo ha salutato l'ultimo volo commerciale, dopo anni di gestioni in rosso (con 20 milioni di debiti accumulati da Seaf nell'ultimo triennio). Il futuro di Rimini è invece appeso alla decisione del tribunale, che ha rinviato a domani la nuova udienza sul concordato in continuità aperto oltre un anno fa da Aeradria e ripetute bocciature del piano di rilancio, di fronte a 50 milioni di debiti accumulati dalla società che gestisce il Fellini. Non se la cava meglio il Verdi di Parma, depennato come Forlì dall'elenco degli aeroporti di interesse nazionale stilato da Passera (che invece ha salvato in extremis Rimini) a caccia di un investitore privato che rilevi le quote del socio di maggioranza, l'istituto austriaco Meinl Bank.
Il mercato ha insomma fatto pulizia negli ultimi due anni nel trafficatissimo panorama aeroportuale della via Emilia, sancendo di fatto un unico vincitore: il Marconi di Bologna. Un'operazione di razionalizzazione cui la Regione lavorava da anni senza risultati.
Lo scalo bolognese, saldamente in mano a Camera di commercio e Comune, è l'unico tra i grandi scali italiani ad aver chiuso i primi nove mesi di quest'anno con un segno più sia per passeggeri (+3,6%) sia per merci trasportate (+8,1%) e si prepara a superare i 6 milioni di viaggiatori entro dicembre, forte anche della recente riconferma da parte di Ryanair di scalo prioritario sul versante adriatico dello Stivale. Nove mesi in cui Forlì ha chiuso, Rimini ha perso il 30% dei movimenti e dei passeggeri e Parma ha vivacchiato foraggiata dai finanziamenti privati.
Se Rimini dovrà aspettare domani per capire se lo spettro del fallimento può dirsi archiviato (il salvataggio è appeso a banca Carim, principale creditore di Aeradria e capofila di una cordata privata che dovrebbe convertire i debiti in azioni), Forlì ha invece incassato ieri dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti «l'impegno a verificare eventualmente tramite procedura di evidenza pubblica le manifestazione di interessi per la gestione dell'aeroporto da parte di soggetti privati». Interessi che sarebbero concreti, assicura Enav.
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